CIA Puglia: Proposta di revisione della PAC
La Commissione Europea ha avanzato una proposta di modifica per semplificare le procedure e fornire maggiore flessibilità agli agricoltori, ricevendo un’accoglienza favorevole dalla CIA Agricoltori Italiani di Puglia.
La proposta di revisione della Politica Agricola Comune (PAC) presentata dalla Commissione Europea ha ricevuto una risposta positiva dalla CIA Agricoltori Italiani di Puglia. Il presidente regionale e vicepresidente nazionale CIA, Gennaro Sicolo, ha accolto con favore la proposta, affermando che questa rappresenta un passo nella giusta direzione per rispondere alle richieste del settore agricolo.
La proposta mira a semplificare le procedure e a fornire maggiore flessibilità agli agricoltori. In particolare, si prevede una revisione selettiva di alcune condizionalità all’interno del regolamento sui piani strategici della PAC. Questo includerebbe elementi non produttivi come la preservazione degli elementi caratteristici del paesaggio e la rotazione delle colture.
Secondo Sicolo, questa revisione permetterà agli agricoltori dell’Unione Europea di adempiere ai requisiti in base alle specifiche condizioni e scelte nazionali. Inoltre, sono previste maggiori libertà per gli Stati membri nella definizione dei periodi sensibili e delle pratiche ammesse per la copertura del suolo durante tali periodi.
CIA Puglia: Proposta di revisione della PAC
La proposta include anche esenzioni e deroghe mirate per certi tipi di colture, suoli o sistemi agricoli, così come deroghe temporanee in situazioni di condizioni meteorologiche avverse. Queste misure mirano a garantire una maggiore equità e protezione degli agricoltori dalle pratiche commerciali sleali.
Inoltre, la proposta incoraggia gli Stati membri a aggiornare i loro piani strategici della PAC per rispondere a eventuali modifiche normative ambientali e climatiche dell’UE entro il 2025.
L’obiettivo centrale della proposta è quello di migliorare il quadro giuridico per garantire una maggiore equità nella filiera alimentare. Questo includerebbe norme più stringenti sui contratti che gli agricoltori stipulano con acquirenti e organizzazioni di produttori nell’industria alimentare e nel commercio al dettaglio.
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