Il presepe tra Oriente e Occidente: incontro MEIC

Continuano le attività e iniziative del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale di Bari e, infatti, sabato 20 c.m., in Bari, presso lo Studio Legale Verna, la prof.ssa e autrice Mariagraziella Belloli ha presentato il suo ultimo lavoro dal titolo Il presepe tra Oriente e Occidente.

La prof.ssa Belloli,  laureata all’Istituto Orientale di Napoli in Lingua e letteratura francese, studiosa di Orientalismo e docente presso l’Università degli Studi di Bari, si occupa di temi legati all’Oriente e alla trasmigrazione dei simboli artistici e culturali dal Levante nella civiltà europea.

È stata redattrice della rivista internazionale dell’Enec (Europe Near East Centre) «La porta d’Oriente» diretta da Franco Cardini, e di «Leonora. Rivista di dibattito politico economico culturale» diretta da Nico Perrone. Per la Stilo ha pubblicato Il Pellegrino di Rostov. La Chiesa Russa in Bari.

L’autrice  ricostruisce la storia del presepe quale icona dell’incontro tra Oriente e Occidente, approfondendo, altresì, i significati non espliciti connessi alle figure dei Re Magi, considerati come archetipo del viaggio ‘sapienziale’ dell’uomo di cultura verso il Mistero dell’universo.

Il testo dedica, inoltre, ampio spazio alla scoperta della manifestazione artistica del presepe nella pietà popolare, particolarmente quella napoletana e salentina.

L’incontro ha visto tra i relatori anche P. Pier Giorgio Taneburgo, docente e autore, direttore della Biblioteca della Provincia dei Frati Cappuccini di Puglia, ad uso dello. Studio Teologico di Bari S. Fara (aperta regolarmente al pubblico) il quale ha sottolineato come il presepe rappresenti  “un ponte tra oriente ed Occidente. esso potrebbe reintegrare un pezzo di quel sogno di unità e pace che tanto a lungo sono mancate alle chiese sorelle. Ad est dalla Puglia c’è per prima l’Albania; il sole nasce proprio di là, ad oriente. In Albanese presepe si dice Betlemme“.

Tra i vari spunti offerti da P. Taneburgo sicuramente colpisce la circostanza che quando in tempi recenti   alcune parrocchie rurali albanesi  hanno iniziato a realizzare il presepe vivente, si sono ritrovati insieme, gli uni a fianco agli altri cattolici e musulmani. In alcune località  nel centro e  sud dell’Albania tali iniziative hanno visto anche il coinvolgimento dei fedeli ortodossi. Dunque, ha concluso P. Taneburgo,”bisognerebbe parlare del presepe come di un elemento della tradizione cristiana, vitale e densamente carico di significato, sia per il dialogo ecumenico sia per quello interreligioso“.

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Foto dell'autore

Avv. Cosimo Martino

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