La cicerchia, un legume dimenticato: storia e proprietà                                                         

La cicerchia è un alimento la cui origine è antichissima, basti pensare che tracce della sua presenza risalgono  all’8000 a.C. in Mesopotamia e al 6000 a.C. nella penisola balcanica, ma soprattutto nell’antico Egitto,dove la cicerchia divenne  un alimento prezioso per preparare focacce, tipi di pani e zuppe.

La popolazione più povera,  trovò nella cicerchia, un alleato indispensabile per nutrirsi e fu cosi per tanti secoli, finchè sul finire dell’Ottocento, qualcuno scoprì che provocava il “ latirismo “ una malattia neurologica causata dall’ ODAP, una neurotossina, che se ingerita in grandi quantità, poteva provocare paralisi acute e incontinenza urinaria.

Ma non si poteva immaginare  che, mettendo in ammollo le cicerchie per 24 ore ed una lunga bollitura, sarebbe stato evitato qualsiasi effetto collaterale.

Per questa disinformazione, la cicerchia scivolò nell’oblio ed al limite della razionalità, venne bandita come alimento ed utilizzata per guarnire i presepi e si diede la preferenza a legumi “ più pregiati “ .

Finalmente in questi ultimi anni, annullato il problema della neuro tossina, la cicerchia è stata rivalutata, entrando a far parte della dieta di tanti Italiani vuoi per la sua bontà, vuoi perché si presta a tantissime ricette per vegani e non vegani.

Proprietà:

La cicerchia è ricca di principi nutritivi, quali calcio, fosforo, ferro, vitamine del gruppo B , proteine, fibre che ostacolano la produzione  di colesterolo LDL  e quindi le malattie cardiovascolari.

Forse sarà questo il motivo per cui a Campodimele, dove la cicerchia si consuma in grandi quantità, del segreto della longevità dei  suoi cittadini, avendo una bassissima mortalità in malattie cardiocircolatorie.

La motivazione per cui dei funzionari dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità , incuriositi da tanto benessere, hanno deciso di studiare le abitudini alimentari e sociali  dei Campomelani.

In tutto il mondo esistono almeno una ventina di specie di cicerchia, ogni pianta ha un seme  diverso, le peggiori sono quelle che si trovano in  America, sciape e grosse ed utilizzate come alimento per gli allevamenti bovini.

Le migliori, quelle coltivate nel centro sud d’Italia, tanto buone da aver meritato il riconoscimento di prodotto tradizionale Italiano.

Traendo le conclusioni, si potrebbe affermare che la cicerchia migliori la qualità della vita e noi gente dell’era tecnologica, dovremmo convincerci che osservare una dieta povera ma ricca di elementi preziosi per la sopravvivenza, debba prevalere su quella tossica, industriale, a cui siamo abituati da tempo.      

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Mirella Baldassarre

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