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Il medico è in ferie e l’esame prenotato (e pagato) salta. L’odissea di una paziente al Policlinico di Bari

La donna si era regolarmente presentata all’appuntamento come indicato nella prenotazione rilasciata dal CUP del Policlinico di Bari

Dopo aver fatto regolare (si fa per dire) fila al CUP del Policlinico di Bari e dopo aver pagato il ticket esibendo la richiesta del medico curante, le viene fissato un appuntamento per scoprire se all’interno del suo stomaco è presente il fastidioso Helicobacter pylori.

Il giorno prefissato (2 agosto) la signora si è presentata presso il reparto di Gastroenterologia (pad. Chirurgie  di fronte all’ex P.S.) in attesa di essere chiamata per il test diagnostico, come da indicazioni riportate sul foglio della prenotazione.

Passata oltre mezzora, non avendo alcun riscontro, preoccupata, ha pensato di chiedere informazioni sui tempi ad una infermiera del reparto, sentendosi sbrigativamente liquidare, “Ma lei cosa deve fare qui?”.

Il medico è in ferie e l’esame prenotato (e pagato) salta. L’odissea di una paziente al Policlinico di Bari

La signora, a questo punto, più smarrita che preoccupata, ha timidamente esibito il foglio della prenotazione effettuata, registrata e pagata, ma la risposta è stata inesorabile, “Questo esame non si fa in questo reparto, ma negli ambulatori al piano terra del Padiglione Chini”.

A saperlo…avrà pensato la poveretta. Sì, perché sul foglio della prenotazione a malapena viene riportato l’essenziale e pure in modo fumoso, quando si sarebbero potute dare più indicazioni (guida) con l’aggiunta di un solo e modesto rigo dattiloscritto.

Ma il bello (anche qui si fa per dire) deve ancora venire. Con la santa pazienza, scusate il gioco di parole ma qui è proprio necessario, la paziente, così come le è stato indicato a voce dall’infermiera (e per fortuna… altrimenti sarebbe stata lì ad attendere chissà quanto tempo ancora) si è recata presso il padiglione Chini e  indovinate che cosa è successo? Che si è messa ancora una volta, pazientemente in attesa.

E mentre il tempo passava, lei come un ectoplasma attendeva in silenzio. Mezzora, tre quarti d’ora… alla fine esusta e soprattutto preoccupata, documento alla mano, prende coraggio e si rivolge di nuovo a un dipendente dell’ambulatorio per sapere quando sarebbe arrivato il suo turno. Ma la risposta anche questa volta è stata mortificante, “Signora lei l’esame non lo potrà fare oggi perché il medico è in ferie, pertanto vada in reparto e si faccia avere una nuova prenotazione”.

Incredula, la poveretta riesce solo a balbettare , “Ma il medico va in ferie pur sapendo che ci sono delle prenotazioni?” e l”infermiere senza fare una piega, “I prenotati sono stati avvisati telefonicamente di non presentarsi all’appuntamento” (della serie noi il nostro dovere l’abbiamo fatto…).

A questo punto, la paziente fin troppo paziente, alla presenza di altre cinque persone come lei in attesa di sottoporsi allo stesso esame ha perso le staffe (della serie, quando i pazienti perdono la pazienza e diventano maleducati) , “Ma che modi sono questi? Così si tratta la gente? Se il mio telefono fosse stato fuori servizio come mi avreste avvisata? Qui, ora, siamo in cinque – ha sottolineato – e tutti in attesa dello stesso test. Che devo pensare che tutti e cinque avevamo il telefono rotto o cosa? Ditemelo voi”.

“La verità – afferma Cipriani sindacalista e segretario del Movimento Politico Riprendiamoci il Futuro  – è che gli animali in un centro veterinario sono trattati (come è giusto che sia), con più rispetto. Ma è altrettanto giusto che pure gli esseri umani, specie se sono presi in carico da un Ospedale, lo siano. E’ mai possibile che una persona, già impaurita perché deve sottoporsi ad un esame medico debba sopportare file interminabili per pagare un ticket, attese ingiustificate, stress di ogni tipo per sentirsi dire alla fine, ritorni la prossima volta perché il medico è in ferie o fesserie del tipo, avvisiamo i pazienti che l’appuntamento non c’è più tramite telefono. Peccato, però – ha concluso il segretario – che quel giorno in attesa per lo stesso esame, di pazienti ce n’erano cinque. Oltre al danno, dunque, anche l’offesa di sentirsi presi in giro. Al Policlinico di Bari, purtroppo, dobbiamo dirlo, è così…”

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Elvira Zammarano

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