Stiamo parlando delle ex Caserme “Milano e Capozzi”, per la cui demolizione è già stato organizzato il cantiere. Sull’area, infatti, si prevede la costruzione del Parco della Giustizia dedicato ai due magistrati scomparsi Falcone Borsellino.
Bari – Al via la demolizione delle Casermette
Ma gli ambientalisti costituitisi in Associazioni e Comitati (Fare Ambiente, Movimento Ecologisti Europeo, Laboratorio Verde Bari, Schierarsi e Onda verde Puglia, Facciamo Rete) non ci stanno e da tempo si battono per evitare che l’unico polmone verde della zona venga sottratto ai cittadini.
“NO all’inganno del parco della Giustizia. SI a un vero Parco della legalità – Falcone Borsellino”, è questo lo slogan coniato dai manifestanti che mercoledì, 31 maggio, si sono incontrati, in via Alberotanza, per protestare, “non si possono privare i cittadini di un’area di 15 ettari abbandonata da anni che la natura si è ripresa trasformandola in una piccola oasi. Noi non ci stiamo”. Una delegazione è stata anche ricevuta dal Prefetto, nella persona del facente funzione, Dr. Montanaro, dal capo di gabinetto del Comune di Bari Vito Leccese e dal primo cittadino Decaro.
Nico Monno (Presidente Provinciale per l’Associazione Fare Ambiente, Movimento Ecologisti Europeo e Laboratorio Verde Bari) puntualizza, ” si parla tanto di transizione ecologica e tutela ambientale, ma quello che sta accadendo – dice – rappresenta un’autentica contraddizione, specie in questo periodo visto che dal 1 aprile fino a settembre, sono moltissime le specie di fauna selvatica che nidificano. La fauna selvatica – ribadisce Monno – costituisce un patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata dalla Legge 157/1992, composta da 38 articoli, che opera come legge quadro, ossia come riferimento giuridico al quale le Regioni, in particolare proprio la Regione Puglia, dovrebbero uniformarsi”.

Bari – Al via la demolizione delle Casermette
Di fatto, la stessa Costituzione Italiana, nell’art. 117, 2˚ comma lettera s), affida allo Stato il compito primario di tutelare l’ambiente e l’ecosistema in generale. In questo periodo, si legge, “è da evitare sia la potatura che il taglio alberi”, precisando che su questi, “non esistono solo nidi, ma tantissime altre specie quali, rapaci notturni e diurni, rondoni, rondini, che nidificano negli edifici abbandonati”. Senza dimenticare la popolazione di ricci e volpi avvistati nei pressi del Parco Due Giugno.
“Non vogliamo impedire la riqualificazione di una parte della città – chiarisce Monno -, però occorre procedere seguendo una logica più allineata all’ambiente. Le innovazioni non devono contrastare le leggi della natura ma raccordarsi con esse, nel rispetto dell’ecosistema”.
Anche Sabino Mangano dell’Associazione ‘Schierarsi’ ricorda come la questione sia oggetto di discussione da molti anni, “All’epoca in cui eravamo presenti in Consiglio comunale abbiamo proposto più volte di creare – l’Arcipelago della Giustizia – utilizzando i fabbricati già esistenti a Bari, abbandonati o in disuso, per destinarli alle sedi della Giustizia”, in questo modo, continua, “Avremmo recuperato strutture fatiscenti per l’utilità dei cittadini. E invece che si fa? – ribadisce il presidente – Si continua a cementificare, abbattere oasi naturalistiche, in una città, come la nostra, tra le più basse a densità di verde. I parchi vengono sì progettati, ma come? Abbattendo alberi e coprendo tutto con lastroni di cemento con qualche cespuglio”, questo, dice ancora Mangano, “E’ un controsenso, specie quando le Amministrazioni, in occasione di eventi internazionali, come il “Friday for the future”, con i loro Sindaci e Assessori si presentano nelle piazze per supportare azioni positive contro i cambiamenti climatici”.

Per Donato Cippone presidente di “Onda verde Puglia, Facciamo Rete” (Coordinamento regionale di Cittadini, Associazione e Comitati territoriali per la salvaguardia dell’ambiente, del clima, e della salute pubblica e per la tutela dei territori a Bari e in Puglia), bisogna insistere sulla necessità di creare un parco vero, “un parco di quartiere e della legalità intestato a Falcone e Borsellino. Così – ribadisce Cippone senza mezzi termini – eviteremmo di adire le competenti sedi giudiziarie ed amministrative. Pertanto, chiediamo al Commissario Straordinario e alle istituzioni di consentire l’accesso dei nostri esperti e, soprattutto, di rinviare la demolizione a settembre”.