“END OF MAY”, il nuovo album di Mario Iannuzziello
“END OF MAY”, la fine e l’inizio di qualcosa? Per il 33enne compositore jazz è così ed è lui stesso a raccontarcelo, “l’album – dice – dobbiamo immaginarlo come il punto d’arrivo di un percorso già compiuto, che coincide esattamente con l’inizio di un nuovo viaggio e nuove mete. Pure emozioni – racconta – che sono fluite e fluiscono ancora nella mia vita di compositore, rinnovandosi continuamente. Se vogliamo – afferma Iannuzziello – “END OF MAY” è l’espressione di un mio percorso individuale che, però, non esclude la musica scritta da altri, a confermarlo sono brani come “Single soul” del trombettista Philip Dizack e “Humanity” del pianista Dado Moroni o del frammento tratto dall’ “Adagio molto” del quartetto Op.43 di Robert Schumann che evolve, a sua volta, nella traccia conclusiva “Urban Sketches”.

L’entusiasmo per questa sua ‘nuova creatura’, di fatto, ci riporta indietro nel tempo, a un altro grande successo del giovane musicista, “Post it”, il precedente album che Iannuzziello realizzò (nove anni fa) in collaborazione con il sassofonista Max Ionata. Oggi, però, a imporsi è “END OF MAY”.
Pubblicato nel catalogo Jazz & contemporary Workin’ Label appena un mese fa (il 28 aprile 2023), già presente sulle piattaforme digitali Believe International e nei negozi di dischi, l’album, raffinatissimo, mette in evidenza il “mutamento evolutivo artistico” dell’autore, “ in cui convivono – spiega Iannuzzello – creatività e scrittura, senza tralasciare l’elemento di spontaneità e istintività che storicamente contraddistinguono il jazz in tutte le sue forme, perché – afferma – nulla è identico a sé stesso ( vedi San Menaio” o in “The door behind the door”, brano ispirato agli scritti del giornalista Tiziano Terzani)”.
“ L’intento – ribadisce il 33enne musicista – è stato pensare, scrivere e suonare musica facendo convergere il mondo classico del primo Novecento ed il jazz contemporaneo”. Una sorta di “de-compartimentazione per evitare scenari unici e per ampliare il campo visivo della musica utilizzandone tutte le possibilità”.
Il gruppo jazz, rappresentato da un sestetto ( batteria, contrabbasso, pianoforte, chitarra, alto sax e tromba) si completa con un quartetto d’archi e, grazie anche ad una piccola orchestra composta da dieci elementi, è in grado di realizzare, conclude il compositore “numerose forme di impasto timbrico e sonoro, dal solo al trio, al duo al quintetto”.

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Iannuzziello ha inciso le tracce con Esmeralda Sella (pianoforte)
Luca Di Battista (batteria)
Edoardo Liberati (chitarra)
Antonio Saldi (sax alto)
Jacopo Fagioli (tromba)
il quartetto d’archi è composto da Ida Di Vita (violino primo), Jamiang Santi (violino secondo), Riccardo Savinelli (viola) e Gianluca Pirisi (violoncello).
Musica composta e arrangiata da Mario Iannuzziello. Tutti i diritti riservati Sound Engineer Francesco Ponticelli Riprese e Missaggio Cicaleto Recording Studio Arezzo Mastering Dylan Greene Music & Audio Services Eindhoven NL Illustrazione di copertina “Waterbird” di Sam Judge
TRACKLIST
1. Ruhe
2. San Menaio
3. Single soul
4. End of May (Intro)
5. End of May
6. Humanity
7. The door behind the door
8. A season thing
9. Adagio molto Op. 41 n.3 (intro)
10. Urban Sketches
BIOGRAFIA
Mario Iannuzziello è nato a Bari nel 1990. Scopre la musica con la chitarra classica. Passa poi al basso elettrico mostrando subito un grande interesse per il jazz, la fusion e la musica contemporanea. Dal 2005 frequenta la scuola di musica “Il Pentagramma” di Bari. Dopo qualche anno decide di prendere lezioni di contrabbasso, ispirandosi ai dischi della tradizione jazzistica. Pur sviluppando costantemente la tecnica sullo strumento, mostra interesse per la composizione, costruendo una forte conoscenza in fatto di armonia e arrangiamento. Nel 2009 si trasferisce a Roma, dove entra in contatto con interpreti di altissimo livello della scena jazzistica italiana. Si esibisce in numerosi ensemble di jazz, in trio, duo e quintetto, e fa le sue prime esperienze di registrazione in studio. Nel 2014 produce e pubblica l’album POST IT in qualità di co-leader con Daniele Raimondi alla tromba e Max Ionata al sassofono tenore. Cresce anche come esecutore e compositore, e inizia a scrivere musica per grandi formazioni. Prende parte a collaborazioni con alcuni dei più grandi artisti della scena jazz mondiale, tra cui Dave Kikoski, Gilad Hekselman, Dado Moroni, Giovanni Ceccarelli, Anne Ducros, Rosario Giuliani, Nicola Muresu, Antonio Ciacca, Steve Kirby, Jerry Bergonzi, Jim Rotondi, Marco Tamburini, Huw Warren, Giovanni Mazzarino e molti altri. Nel 2020 si diploma in basso elettrico presso il Conservatorio ER Duni di Matera, dopo aver scritto una tesi sperimentale sul rapporto tra il jazz contemporaneo e la musica classico-accademica della fine del XIX secolo, sotto la supervisione del professore e direttore d’orchestra Fabrizio Festa. Trascorre parte del suo percorso di formazione presso l’HKU Conservatorium di Utrecht, e frequenta le lezioni con i docenti Bart Soeters, Tobijas Nijboer, Joel Groenenwold. Nell’ottobre 2022 consegue il master presso SJU Siena Jazz University con insegnanti del calibro di Damian Cabaud, Joe Sanders, Francesco Bigoni, Nico Gori, Greg Burk e Seamus Blake
LINK
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L’etichetta Workin’ Label, fondata nel 2009 e guidata dalla pianista e compositrice Irene Scardia, ha
prodotto ad oggi 56 dischi. Distribuiti nei negozi in Italia e all’estero da I.R.D., i dischi Workin’ Label possono essere acquistati sul sito www.workinlabel.it e online sulle maggiori piattaforme digitali internazionali. Nel 2020 è nato il catalogo Sun Village Records che conta attualmente 25 produzioni tra cd, vinili e singoli. Dal 2017 ha avviato un catalogo di libri e spartiti.
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