Polignano, 53enne muore dopo aver mangiato funghi. Inutili i soccorsi

La donna è morta policlinico di Bari giovedì scorso dopo aver mangiato funghi raccolti sul Pollino. Insieme a Maria Grazia Lomele, questo il nome della vittima, 53enne, di Polignano, è stato male anche il padre. Sembra che le condizioni dell’uomo, settantatreenne, non siano particolarmente gravi, ricoverato in rianimazione per breve tempo, è stato già dimesso.

Dopo aver mangiato i funghi, raccolti e messi in tavola senza alcun controllo, la donna ha cominciato ad avvertire i primi malesseri, vomito e diarrea. Poi la corsa all’ospedale “San Giacomo” di Monopoli, dove le sue condizioni si sono immediatamente aggravate. Trasportata d’urgenza presso il policlinico di Bari, la donna aveva già il fegato irrimediabilmente distrutto dalla tossina dei funghi e per lei non c’è stato più niente da fare.

Per gli altri parenti e partecipanti alla cena, le cose sono andate diversamente. Dopo il ricovero preventivo nessuno di loro ha manifestato problemi.

Ricordiamo che i sintomi di avvelenamento da funghi possono essere a rapida insorgenza (per esempio tre ore dopo l’ingestione) oppure a lenta insorgenza ( primi sintomi possono comparire anche dopo 24-48 ore dall’ ingestione). L’intossicazione, di solito, colpisce il sistema gastrointestinale e il sistema nervoso. Possono essere presenti tremori e convulsione.

Tossicità immediata la danno l’Amanita Muscaria od ovolo malefico e l’Amanita Panterina o tignosa bruna. Mentre un fungo molto tossico, ma dalla lenta insorgenza è l’Amanita Phalloides o tignosa verdognola. La morte può insorgere anche mangiando solo metà del suo cappello, in quanto, questo fungo possiede un mix di tossine (Amatossine, Fallotossine e Virotossine), che sono presenti anche in altre specie di miceti. E questo lo rende estremamente pericoloso.

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Elvira Zammarano

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