Renato Villani , 67enne, barese, già docente di lingua e civiltà francese e membro, dal 2019, della Société des Poétes Français de Paris, dopo VERS DIVERS e DE LOIN, AU BORD D’UN FLEUVE, ha realizzato una nuova raccolta di poesie.
“Dall’Oise all’Adriatico”, edito dalla nota e storica casa editrice barese Palomar, rimanda allo scorrere del tempo, simboleggiato dall’immagine dell’acqua. Di fiume o di mare, poco importa, ciò che invece interessa è il suo instancabile ed eterno fluttuare simile al movimento del pensiero e della della vita.
Sbaglio se dico che nel titolo di questa sua nuova raccolta di poesie – “Dall’Oise all’Adriatico” (ed. Palomar) -, ho scorto un messaggio, un percorso ideale che lega il punto di partenza all’arrivo? E poi, anche la scelta delle immagini in copertina è molto suggestiva… L’acqua, che sia di fiume o di mare è un elemento ricorrente…
«No, non sbaglia. Il titolo esprime effettivamente un itinerario al contempo reale e immaginario, poiché l’Oise è spesso la mia principale fonte di ispirazione, non solo quando trascorro realmente dei giorni ‘sulle sue sponde’ , ma anche quando ritorno nella mia terra e mi immergo poeticamente tra le onde del nostro Adriatico. E qui mi lascio trasportare o cullare dalle sue onde affabulatrici di versi e di magiche atmosfere che la mia penna dipinge come un acquerello sulla tela delle mie emozioni o ‘visioni’. L’acqua, che sia fiume o mare, simboleggia la vita ma anche l’implacabile fluire del Tempo, uno dei temi a me cari che da sempre costituisce una delle riflessioni o ‘ossessioni’ di gran parte della poesia mondiale».
Le sue poesie nascono in lingua francese, però poi c’è l’accostamento all’Italiano?
«Sì, è vero, le mie poesie nascono in francese ma poi rivivono anche nella loro versione italiana. Alcune volte, invece, nascono prima in italiano per essere trasposte, successivamente, in una versione francese. Ad ogni modo, si tratta sempre di ‘versioni’ e quasi mai di ‘traduzioni’ poiché, pur essendo le due lingue molto simili, non sempre è possibile rendere letteralmente tutte le emozioni, sensazioni e suggestioni tipiche delle due lingue. La scelta di accostare al testo francese la versione italiana nasce dalle esigenze intime di un autore che non dimentica mai di essere italiano, e soprattutto pugliese, e dal suggerimento che mi fu dato qualche tempo fa dal sindaco della mia e della nostra Capurso».
Come nasce una poesia?
«Quando l’ispirazione, che sempre si rinnova, incontra la costante del talento, il risultato è un viaggio a bordo di un ‘veliero ideale’, ricco di emozioni costanti, paesaggi dell’anima, metafore della condizione umana spesso segnata dal dolore e dalla solitudine. Cerco quindi di fare della mia poesia un inno alla vita e all’amore, un ‘canto’ capace di vincere l’angoscia e la sofferenza, una sorta di forza dirompente in grado di dare un senso a tutto. Spesso è un viaggio della memoria che ritrova il ‘tempo perduto’ riconciliandosi con un presente a volte scialbo o denso di illusioni e disillusioni».