“LEGALEFAVOLE”, ovvero, “Il librino della Legalità”
Un evento presentato dalla scrittrice di “LEGALEFAVOLE”, Florisa Sciannamea, presso la Biblioteca D’Addosio, lo scorso 26 maggio in occasione della giornata della Legalità e a trent’anni dalla morte dei giudici Falcone e Borsellino, trucidati dalla mafia.
Il fine è stato quello di spiegare ai bambini, in modo semplice e diretto, l’importanza di vivere in una società che deve fondarsi sui valori etici, di giustizia sociale e legalità.

Accompagnati dalle docenti Antonia Resta, Miriam Giustiniani, Lucia Sampaolo, dalla referente del progetto, Maria Luisa Lavalle, dalla Ds Francesca De Ruggieri, i piccoli delle classi 4^ A.B.C, alla presenza dell’Assessora ai servizi sociali, Mariella Romano e del sindaco Michele Laricchia, hanno assistito all’incontro dando vita ad un interessante dibattito.
L’evento che fa parte del progetto “Io leggo perché penso, percorsi di cittadinanza attiva”, si è arricchito della presenza del sociologo Leonardo Palmisano autore de ‘La Città Spezzata’, un’inchiesta socio-culturale su Bari e dintorni.

Palmisano, presidente dell’associazione Radici Future, direttore artistico di Legalitria e membro del Gruppo Legalità della Direzione Nazionale di LegaCoop, e Florisa Sciannamea hanno risposto alle domande dei bambini sul rapporto “Guerra e Mafia”, con precisi interventi sul libro della scrittrice, in particolare sui “Mistini”, i veri protagonisti del racconto, che come piccoli saggi sono stati capaci di risvegliare negli adulti quell’idea di legalità acquisita quando anche loro erano dei bambini.


È necessario sottolineare la notevole capacità critica di argomentare di questi alunni della primaria su temi delicati ed evidentemente non semplici. Così com’è emersa la grande professionalità e preparazione degli insegnanti, la sensibilità e la volontà della Scuola, della Dirigente e delle Istituzioni più in generale, nel voler essere presenti nel processo di crescita dei bambini.
La ricerca del bene comune, della res pubblica, non può e non deve rimanere ai margini di un freddo nozionismo, o peggio, essere intercettato in un’altisonante utopia, ma deve essere proiettato nella vita presente e futura di ognuno di questi bambini. E in ogni bambino del mondo.