È tra le malattie più insidiose e invalidanti del nostro tempo. Si calcola che il 10% delle donne europee ne sia affetta. Poco conosciuta, complessa e dall’andamento cronico, l’endometriosi è una patologia da cui non si guarisce facilmente. Meglio ancora, da cui non si guarisce affatto. Studi recenti l’hanno annoverata fra le malattie ormono-dipendenti più subdole, proprio per il suo esordio fuorviante che ne ostacolerebbe diagnosi e cure precoci. Al contrario, la rapida identificazione della malattia, eviterebbe, alle donne che ne sono colpite, una serie di sofferenze psicofisiche, dall’aborto alla sterilità. Infatti, la presenza irregolare del tessuto dell’endometrio uterino in altri organi, come intestino, vescica e finanche polmoni, darebbe luogo a infiammazioni croniche degli organi colpiti, con conseguenze facilmente immaginabili. Clarissa, venticinquenne pugliese, ha voluto esprimere la sua testimonianza scrivendo alla nostra redazione, per dare voce alla sua sofferenza e a quella di tante altre donne.
“Mi chiamo Clarissa, ho 25 anni e soffro di endometriosi. L’endometriosi è una patologia cronica (non esiste quindi una cura) e invalidante, va dal primo al quarto stadio ed è caratterizzata dalla presenza di tessuto simile all’endometrio in altri organi, quali ovaie, tube, intestino, retto, vescica, legamenti, vagina, ureteri, e in alcuni casi diaframma, polmoni, nervi”.
“Nel caso in cui va a impiantarsi nella parete muscolare dell’utero, parliamo di adenomiosi. I suoi sintomi sono vari, dal dolore mestruale invalidante, al dolore durante la defecazione, la minzione o il rapporto sessuale, al dolore pelvico cronico, all’infertilità, alle cistiti, senza contare i cicli emorragici e molto altro. Non esiste una cura all’endometriosi. Solitamente, per tenere a bada i sintomi e l’intera situazione viene prescritta la pillola (progestinica o estroprogestinica) e, in casi in cui si ritiene necessario, si ricorre all’intervento chirurgico. Ma l’endometriosi non tutti i ginecologi sanno diagnosticarla: per questo è importante consultare un medico esperto ( che ahimè sono ancora pochissimi)”.
“Quando corri al pronto soccorso a causa dei dolori causati dall’endometriosi, sai che quasi sicuramente non troverai un medico che la conosca abbastanza, che te la sappia diagnosticare (eppure non è una patologia rara: conta 3 milioni di donne solo in Italia!). Non è normale. Abbiamo bisogno di più iniziative, di corsi di formazione e tanto altro per i medici! Tuttavia, questa è la realtà. Io ci sono passata. Per circa 5 anni, prima di arrivare alla diagnosi definitiva, ho sofferto senza poter dare un nome al mio dolore. Un dolore che non è solo fisico, ma è anche psicologico. Quante volte noi sofferenti di endometriosi siamo considerate esagerate. Quante volte ci colpevolizzano per presunte inadempienze, magari perché non ci sentiamo di andare a scuola, o a lavoro o di stare con i nostri compagni o mariti, con ripercussioni, sulla nostra vita affettiva e sociale”.
“Nel mio caso è iniziato tutto all’età di 16 anni. Inizialmente con dolori legati alle mestruazioni, che diventavano sempre più forti e poi cronici. Ai quali si è aggiunto il dolore renale con la conseguente dilatazione. In seguito il dolore, chiara manifestazione della malattia, si è concentrato all’intestino perfino al momento delle funzioni corporali. Ero già al 4° stadio e nessuno lo sapeva. Nemmeno i ginecologi che mi seguivano in quel periodo, semplicemente perché non conoscevano la malattia. E solo dopo aver scoperto alcuni gruppi social di supporto, ho finalmente incontrato il ‘mio medico’ e con lui ho scoperto qual era la mia situazione. Ho finalmente scoperto ciò che avevo in pancia. La patologia aveva già intaccato diversi organi, localizzandosi ovunque: nella pelvi, a livello intestinale e nei nervi vaginali. Abbiamo subito programmato un intervento, con resezione intestinale ed eradicazione totale. Il mio dolore, finalmente, aveva un nome. Dunque, non ero esagerata, ma malata. Malata inascoltata. Il mio è un appello alle donne giovani e meno giovani. Per favore, non sottovalutate nessun sintomo. Non fatelo mai. Non stancatevi di parlarle. Di chiedere aiuto. Come tutte le malattie, anche l’endometriosi, se presa in tempo, può essere sconfitta”.