Genesi della Guerra Fredda – Scioperi nella Germania Est 1953

Nel 1953 uno sciopero dei manovali edili della Germania dell’Est si trasformò in aperta rivolta contro il governo. L’allargarsi della rivolta preoccupò le forze di occupazione sovietiche, che si videro costrette a promulgare lo stato d’ emergenza per sostenere quel regime.

Nell’occasione il presidente Eisenhower dette il suo sostegno alla rivolta con un programma di aiuti alimentari su larga scala tesi ad allontanare la prospettiva che Mosca potesse brigare per pervenire alla riunificazione tedesca; una eventualità che avrebbe alterato i delicati equilibri connessi al processo di integrazione militare europea occidentale (CED). Il ritiro di gran parte delle forze americane dalla Germania rendeva indispensabile un contributo militare tedesco che potesse opporsi all’enorme quantità di divisioni sovietiche dispiegate a est della cortina di ferro, la cui consistenza era di gran lunga superiore a quelle occidentali sia in termini di uomini che mezzi.

Genesi della Guerra Fredda - Scioperi nella Germania Est 1953
Mario Romeo

Fallimento delle Comunità Europea di Difesa e adesione della Germania alla NATO agosto-ottobre 1954.
Proposta e sostenuta dalla Francia con la collaborazione dell’Italia, nei primi anni cinquanta la CED era, in primo luogo, destinata a fondere le forze armate dei sei paesi firmatari; Francia, Italia, Germania occidentale, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Nei fatti il progetto di raggiungere una difesa comune europea si infranse contro l’antica e reciproca ostilità franco tedesca che spingeva la Parigi a temere un riarmo tedesco. E fu questo il motivo per cui il 30 agosto 1954 l’Assemblea Nazionale francese lo respinse.

La cosa non venne ben accolta negli Stati Uniti che erano fortemente orientati a una rinascita della potenza militare tedesca; una opportunità per rafforzare il fronte orientale dell’Europa e vanificare qualsiasi movimento verso l’unificazione delle due Germanie alle condizioni poste dall’URSS

In ogni caso, così come ebbe a sostenere Eisenhower “nonostante il deludente voto del Parlamento francese non era il momento di fare i disfattisti. Era ora nostro compito ricercare un nuovo sistema per ricondurre la Germania nella famiglia della NATO”; una affermazione che si tramuterà in realtà quando, il 4 ottobre di quello stesso anno, nell’ambito della conferenza dei ministri delle nove potenze  indetta da Churchill a Londra, le rassicurazioni gli Stati Uniti e la Gran Bretagna convinsero la Francia ad accettare la Germania nella NATO. Successivamente, i ministri degli esteri di tutti i paesi della NATO si incontrarono per dichiarare virtualmente sovrana la Repubblica Federale di Germania, per fissare i termini del riarmo tedesco e raggiungere un accordo fra Francia e Germania sulla Saar.

Appena trentatré giorni dopo il voto contrario francese alla CED si era realizzato tutto ciò che Eisenhower aveva auspicato. La Comunità Europea della Difesa non era più una priorità e, nel contempo, lo sforzo sovietico per mandare a picco il progetto era stato aggirato.

L’adesione della Germania occidentale alla NATO e il perseguimento di una politica tesa al suo rientro nel consesso internazionale, consentirà alla politica estera americana di avvalersi dell’appoggio incondizionato di un formidabile alleato in grado di rendere credibile la dissuasione durante gli anni della Guerra Fredda; “un cordone ombelicale con gli Stati Uniti, che ha reso credibile la dissuasione durante la Guerra Fredda, ha fornito un importante aiuto durante il processo di riunificazione tedesca e ha svolto in modo coerente un ruolo di mediatore e di gestore delle crisi nell’Europa del dopoguerra”. Ciò fornirà al Cremlino un buon motivo per trasformare la Germania Est in uno stato satellite.

https://www.facebook.com/WideNewsNotizieDalWeb


Condividi su:
Foto dell'autore

Mario Romeo

Lascia un commento