Conversano, finisce ai domiciliari il Presidente UNAC, l’accusa è di calunnia e minaccia contro i Carabinieri

Il Presidente UNAC, Antonio Savino, residente a Conversano finisce ai domiciliari, per lui le accuse sono di diffamazione e calunnia. Sequestrati PC e oscurati anche alcuni post diffamatori

Stamattina è stato arrestato dal Nucleo Investigativo Carabinieri Bari e dalla Sezione di P.G., Antonio Savino, Presidente UNAC (Unione Nazionale Arma Carabinieri). L’ordinanza restrittiva, emessa dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Procura, grava l’uomo, ora ai domiciliari, dell’accusa di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale e calunnia. Si precisa che l’UNAC è un’associazione autodefinitasi sindacato, non riconosciuta come tale dal Ministero della Difesa e non riconducibile, in alcun modo, all’Arma.

L’odierna misura cautelare è successiva ad un’altra ordinanza di sequestro preventivo dello scorso 27 ottobre, emessa dal GIP di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica, eseguita sempre dai Carabinieri, sia presso l’abitazione dell’indagato sia presso la sede UNAC. Nella circostanza, furono sequestrati tutti i PC in uso all’associazione e al SAVINO, per cui  l’indagato è accusato anche di diffamazione, per aver pubblicato sui profili social a lui riconducibili, post e video diffamatori – ora oscurati – verso l’Arma e la Magistratura.

Il provvedimento odierno è il risultato della stessa attività di indagine dei carabinieri, coordinata dalla Procura,  avviata in seguito alla querela presentata da diversi Ufficiali dell’Arma a carico dell’indagato. Gli approfondimenti investigativi hanno attribuito al Savino la responsabilità dei reati di calunnia, commessi il 31 maggio scorso, durante una manifestazione – pubblicata anche sul web -, che l’UNAC ha tenuto sotto il Palazzo di Giustizia e successivamente sotto la sede del Comando Legione Carabinieri, contravvenendo alle prescrizioni del Questore.

La calunnia di cui Savino è accusato, consisterebbe nell’aver pubblicamente comunicato, durante la manifestazione, anche con l’ausilio di un megafono, presunte corruzioni a carico di alcuni ufficiali Arma, colpevoli, a suo dire, anche di associazione per delinquere e truffa e simulazione di reato.

Savino avrebbe specificato ‘l’esistenza di una cerchia di generali corrotti che, attraverso l’indizione di una gara di appalto truccata, finalizzata all’assegnazione di veicoli all’Arma, in cambio di tangenti’, avrebbe truffato lo Stato, colpevole anche di aver redatto (false) note che evidenziavano violazioni penali da lui commesse.

Per gli inquirenti tutte le affermazioni ‘seriali’ dell’indagato, contrarie allo spirito di servizio dell’Arma, querelate dagli ufficiali e archiviate come infondate, sarebbero riconducibili all’acredine personale nutrito dall’uomo, ex carabiniere, nei confronti della istituzione, per le sue pregresse vicende giudiziarie, che avrebbero causato la cancellazione del suo status di carabiniere graduato, dal ruolo d’onore dei sottufficiali.

https://www.facebook.com/WideNewsNotizieDalWeb

Condividi su:
Foto dell'autore

Elvira Zammarano

Lascia un commento