Non solo il covid ora in India circola anche il virus Nipah e di mezzo ci sono sempre loro, i pipistrelli.
Un virus a Rna della famiglia Paramyxoviridae, genere Henipavirus, peraltro già noto alla popolazione, e che ultimamente ha ucciso un bambino di 12 anni. Fu segnalato per la prima volta nel 1998 durante un’epidemia in Malesia e da quel momento furono avviati studi per capire le dinamiche della diffusione virale, della sua trasmissione e l’andamento della malattia. Si è saputo, inoltre, che prima della morte del piccolo, altre persone, nello specifico due operatori sanitari, hanno contratto il virus. Pertanto l’allarme presso il Ministero della salute indiano rimane molto alto.
Secondo le analisi, il patogeno troverebbe il suo abitat ideale nel pipistrello della frutta che in questo modo si trasformerebbe in un portatore sano per via dell’antropozoonosi, ovvero una malattia, innocua per lui, ma facilmente trasmissibile all’ uomo e agli altri animali.
Elementi di trasmissione il più delle volte sono proprio i cibi contaminati, in particolare la frutta e i prodotti a base di frutta, o succo di palma da dattero crudo. Cibo spesso alla portata di molti animali domestici come i maiali, i cani, i gatti e i cavalli, che se contaminati possono a loro volta infettare l’uomo. Ed il salto di specie è così spiegato.
E invece la trasmissione da uomo a uomo come avviene? Attraverso i liquidi corporei. Ecco perché gli ospedali rimangono i luoghi più pericolosi per ammalarsi. Dopo un’incubazione che va dai 4 ai 20 giorni, appaiono di solito i primi sintomi: febbre, malessere generalizzato, dolori muscolari, mal di testa, mal di gola, nausea e vomito e problemi neurologici. La morte può insorgere quando il virus colpisce in modo irreversibile i polmoni, provocando un’infezione respiratoria acuta e nel giro di 24-48 ore il coma, fino alla morte per encefalite.