500mila somministrazioni al giorno, è l’obiettivo – anche se finora solo ipotizzato – del Commissario per l’Emergenza Covid, Francesco Figliuolo. Intanto per dare “regolarità” alla campagna vaccinale e forse anche una spintarella utile al raggiungimento di tale meta, lo stesso commissario avrebbe preparato un obiettivo giornaliero e settimanale che ogni Regione dovrà impegnarsi a conseguire.
Una novità, questa del target, non male, anche se forse un po’ tardiva, visto che alcune Regioni brancolano tuttora nel buio o, meglio ancora, nel profondo rosso. Il riferimento è alla nostra Puglia, la cui “riapertura” slitterebbe, rispetto al resto del Paese, a fine settimana (se tutto va come vorremmo). L’ordinanza ministeriale scritta appositamente per la Puglia e la Valle d’Aosta, recita infatti, “Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus SARS-Cov-2, fermo restando quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021, per le Regioni Puglia e Valle d’Aosta, l’ordinanza del Ministro della salute 2 aprile 2021, è rinnovata fino al 30 aprile 2021, fatta salva una nuova classificazione”.
Nel frattempo però il nostro Emiliano, scrive a Speranza, chiedendogli di rivedere la chiusura per la Puglia, in quanto tale prolungamento “sta(rebbe) generando focolai di tensione sociale, alimentati dalle difficoltà economiche ormai insostenibili per gli operatori commerciali”. Di fatto siamo in zona rossa da ben cinque settimane ed è lecito pensare che i commercianti, ma la gente in generale, non ne possano più, così come è logico pensare a quanto poco o niente è stato fatto per mettere in sicurezza la nostra salute (vedi scuola trasporto pubblico) e la nostra economia.
Ed è forse appellandosi a quel – “fatta salva una nuova classificazione” – che Emiliano e Alessandro Delli Noci, assessore allo Sviluppo Economico, hanno scritto al ministro? Nutrono forse l’idea in un cambio di passo positivo di Speranza? A cui, però, scrivono di “temere ripercussioni, ancor più significative, laddove i numeri di questa settimana dovessero confermare, per la Regione Puglia, le restrizioni in corso. Per queste ragioni – insistono – vorremmo porre alla Sua attenzione, con l’urgenza del caso, il tema delle riaperture di talune attività economiche”. In modo particolare, nella lettera, si sottolinea che “gli operatori del settore commercio (ambulanti in particolare, ma anche gestori degli esercizi commerciali in sede fissa) hanno avviato forme di protesta in tutta la Regione e lamentano sostanziali disparità di trattamento rispetto ad altre attività commerciali consentite (generi alimentari, beni di prima necessità). A queste si aggiungono le attività relative ai servizi alla persona”.
Poi Emiliano e Delli Noci concludono la richiesta dicendo di tener conto “dell’esistenza dei protocolli sanitari di prevenzione dei contagi applicabili alle attività commerciali, in sede fissa e su aree pubbliche, ed alle attività di servizio alla persona, per le riaperture in sicurezza, con la presente siamo a chiederLe di valutare la possibilità che anche gli altri esercizi commerciali (non solo alimentari e beni di prima necessità) possano riaprire, a far data dal 26 aprile 2021, nel rispetto dei protocolli di prevenzione e sicurezza”.
Ma di questi protocolli sanitari, peraltro costosi, di cui gli esercizi commerciali si sarebbero (già) dotati, non si poteva “tener conto” prima? Era necessario giungere a temere possibili ribellioni popolari? Ed ora è sufficiente scrivere una lettera ad un ministro per “ottenere” la riapertura? C’è o non c’è il pericolo del contagio? Domande, ma solo alcune delle tante. Cert’è che siamo stanchi e sfiduciati.