“Non drammatizziamo, ma l’Ema, deve intervenire nuovamente sul siero anglo-svedese”.
È l’invito che il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri, rivolge all’agenzia europea del farmaco, a seguito della morte cerebrale per trombosi di una professoressa 32enne di Genova, ricoverata al San Martino, ospedale del capoluogo ligure. La donna, lunedì 22 marzo, aveva ricevuto il vaccino AstraZeneca nel corso dalla campagna vaccinale dedicata agli insegnanti, ma venerdì sera aveva cominciato ad accusare cefalea e nausea, fino ad un peggioramento del suo stato di salute che ha indotto i famigliari ad un ricovero urgente, in rianimazione, sabato. Ieri la notizia della sua morte e l’autorizzazione da parte dei parenti all’espianto degli organi per la donazione.
Una nuova bufera su AstraZeneca? “È presto per dire che a Genova ci sia un nesso causa – effetto”, afferma Sileri. “Dobbiamo affidarci alla farmacovigilanza per avere una base scientifica. Si stratta di una donna giovane e questa complicanza della trombosi, nei rari casi in cui si è manifestata, è stata notata soprattutto nel genere femminile e in una fascia d’età bassa”. E aggiunge, “l’Ema, credo, dovrà pronunciarsi nuovamente per introdurre un limite di età, non per bloccare o sospendere la somministrazione. Individuata la fascia d’età di cui parlavamo prima, con un rischio maggiore di trombosi, si mette un limite per la somministrazione o un’avvertenza che preveda un monitoraggio di chi viene vaccinato. È una complicanza che una volta riconosciuta in tempo è facilmente trattabile”.
I dubbi però rimangono, confermati soprattutto dalle ultime decisioni prese dall’Olanda che ha deciso di sospendere il farmaco dopo alcuni “casi di trombosi”, che si sono verificati a distanza dall’inoculazione di AstraZeneca e dopo anche la Germania ha “consigliato” i sanitari di sospendere la seconda dose del vaccino in questione. Per Sileri, “Si tratta di numeri esigui rispetto alle dosi inoculate e le decisioni politiche saranno prese sulla base delle evidenze scientifiche”. Pertanto, ha affermato il sottosegretario, “L’Italia andrà avanti con AstraZeneca, anche perché (nonostante il drammatico evento di Genova), un ulteriore stop alla campagna vaccinale avrebbe conseguenze nefaste”.
Del resto, “Siamo esattamente al picco della terza ondata e a fine aprile vedremo i primi effetti delle vaccinazioni. I reparti degli ospedali torneranno ad avere ossigeno. In alcune aree del Paese i numeri già iniziano a scendere. A fine aprile arriveremo a 500 mila dosi al giorno, sarà la curva decisiva”.