E’ partita la campagna vaccinale dedicata ai nostri anziani e Asl, Comuni e associazioni di volontariato, in concerto tra loro, hanno allestito diversi centri e punti di riferimento per accogliere i 160 mila utenti che in questi giorni hanno effettuato le prenotazioni on line o tramite le farmacie.
Ma le cose non stanno andando come dovrebbero e a riferirlo sono proprio i farmacisti, “Le agende per le nuove prenotazioni – dicono – si chiudono e si riaprono a intermittenza e dobbiamo andare un po’ a tentativi”. E ancora, “Il sistema è un po’ lento, ma ogni tanto riusciamo a piazzare qualcuno, tranne che per le domiciliari, le cui liste sono esaurite da diversi giorni, mentre le ambulatoriali, in provincia, ancora no”. “Così i pazienti che hanno la possibilità di spostarsi vanno nei paesi limitrofi. In ogni caso – ribadiscono – stiamo facendo il possibile”.
Ecco, appunto, il nodo è proprio qui, perchè chi non è impedito e può camminare, anche se bisognoso di guida, può affrontare l’impegno di spostarsi, mentre le carenze di un sistema che non va, ricadono, inesorabilmente, su quelle famiglie – spesso mononucleari – che invece hanno in carico anziani malati e inabili. Come nel caso di E. M., una insegnante di Capurso, che accudisce il suo papà 91 enne, da anni sulla sedia a rotelle a cui abbiamo chiesto se e che problemi ha incontrato.
“Intanto dico che sono arrabbiata sia con Emiliano che con l’assessore alla sanità, Lopalco. Giorni fa, c’è stato il grande annuncio: finalmente è stato dato il via alle prenotazioni dei vaccini per gli over 80. Ma il sospiro di sollievo – racconta – è durato poco, anzi, per dirla tutta sono ancora in apnea, visto che il problema, per quello che mi riguarda, non si è ancora risolto”.
“Sono stata tra le prime ad entrare, dal mio Pc, nel portale dedicato alla prenotazione dei vaccini – racconta E.M. -, ma senza risultati perché il sistema è andato subito in tilt”. “Allora mi sono diretta in farmacia e anche qui, niente: oltre un’ora di inutile attesa”. “Naturalmente – spiega l’insegnante – per mio padre, essendo un disabile, chiedevo il servizio a domicilio, ma non c’è stato niente da fare. Le liste erano bloccate, e i posti esauriti”.
“L’unica via d’uscita per permettere a mio padre di vaccinarsi in tempi brevi – aggiunge – è stata la prenotazione in presenza, presso l’ospedale Di Venere a Carbonara giorno 23 marzo”. “La mia prima preoccupazione è stata per la difficoltà che dovevo affrontare, poi, è arrivata anche la rabbia, quando parlando del disagio con alcune conoscenti nelle mie stesse condizioni, ho saputo che i loro cari, pur non avendo problemi di inabilità, a differenza di mio padre, riceveranno i vaccini prima di lui e a domicilio”.
“E’ vergognoso che su una questione così delicata, di cui si sta parlando e riparlando da tempo, non si siano prese le dovute e necessarie precauzioni”. “E come al solito a pagare siamo noi”. “Come cittadina mi sento umiliata e ho pena per mio padre che è stato un grande lavoratore e ha contribuito, come altri della sua età, alla crescita dell’Italia intera”. “E dico mille volte vergogna”.
“Eppure – aggiunge l’insegnante – sarebbe stato sufficiente pensare a due canali, a due liste distinte, una per gli over 80 disabili, con necessità di vaccinazione domiciliare e una per coloro che qualche passo ancora riescono a farlo. Il sistema avrebbe retto e non ci sarebbe stato il caos e l’inevitabile ingiustizia che si è creata”.
“Insomma – ha concluso la docente – vorrei sapere chi dovrò “ringraziare” quando il 23 marzo, ammesso che tutto vada come da prenotazione, porterò mio padre al Di Venere, caricandomelo, da sola, letteralmente sulle spalle”. “Ecco questo vorrei sapere, perchè per me e per tanti altri, immagino, sarà una giornata indimenticabile. Vergogna!”.