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Il calcio italiano perde un’altra stella: Paolo Rossi e la sua indimenticabile tripletta

Lo storico attaccante italiano si è spento ieri notte all’età di 64 anni, con le sue giocate aveva unificato il tifo di tutta Italia tra gli anni ’70 e ’90. Era uno dei calciatori più famosi di sempre, principale stella di Juventus e Vicenza, dove si affermò fin da subito come uno dei più prolifici attaccanti della sua generazione. Era stato inoltre giocatore di punta della Nazionale italiana allenata da Enzo Bearzot nei Mondiali di Spagna del 1982. Sua la storica tripletta contro il favorito Brasile di Zico, Socrates e Falcao, così come i gol contro Polonia e Germania Ovest nella finale di Madrid, dove chiuse il torneo da capocannoniere con ben sei reti, il che gli valse il pallone d’oro divenendo il terzo italiano dopo Gianni Rivera e Osmar Sivori. Divenuto un eroe del nostro calcio, dal ’83 in poi, continuò a vincere, in Italia, con le maglie di Juventus e Milan fino al 1987, anno del ritiro con il Verona. Fuori dal campo aveva intrapreso la carriera televisiva come opinionista per Sky, Mediaset e Rai e come scrittore, con i libri, “Ho Fatto Piangere il Brasile”, la sua autobiografia, e “1982”, in cui racconta le esperienze dello storico mondiale giocato “quasi per miracolo”. La notizia della morte è stata data dalla moglie, la giornalista Federica Cappelletti, e dai tre figli Alessandro, Maria Vittoria e Sofia Elena. La causa del decesso, un tumore ai polmoni che Rossi ha combattuto a lungo e tenacemente e di cui nessuno sapeva, al di fuori della sua famiglia. Una morte inaspettata, un fulmine a ciel sereno. Uno choc per il mondo del calcio e per chi lo ha amato e apprezzato. Non è morto “solo” un calciatore famoso o l’idolo di molti. È andato via soprattutto un uomo. Un grande uomo. Il simbolo di un’Italia che dominava il mondo del pallone, e che “per sempre” rimarrà nel cuore di tutti, come lui stesso diceva per le cose che amava. Oggi per ricordarlo, le bandiere della FIGC e di Coverciano, sede di quella Nazionale che aveva portato in alto, saranno a mezz’asta.

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Alessandro Andrea Argeri

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