Niente ombra dove ripararsi. Zero sicurezza. Oltre 100 persone, in attesa del Check in vacanziero, hanno sostato nell’unico posto dell’unica entrata messa a disposizione per l’accoglienza. Si tratta di un bellissimo villaggio calabrese a gestione tedesca dove l’”accoglienza”, per modo di dire, sembra essere stata dimenticata. Com’è possibile far sostare sotto il sole oltre un centinaio di persone (tutte con mascherina, certo), tra adulti e bambini, per ore, alla faccia dell’emergenza e del pericolo Covid. Eppure è successo. Quattro pugliesi, si sono trovati a vivere una situazione surreale, in un contesto fuori da ogni logica, e con risvolto finale pazzesco. “Abbiamo pensato di passare il ferragosto nella vicina Calabria. Volevamo evitare stress e pericoli”, dicono. “Per cui, dopo aver preso le dovute informazioni e precauzioni e, soprattutto, dopo essere stati rassicurati circa la serietà della gestione della struttura, a cura di una società tedesca, abbiamo prenotato la nostra settimana”.
“Appena arrivati”, aggiungono, “abbiamo notato subito che la situazione era caotica e preoccupante. In attesa c’erano già tantissime persone. Sicuramente oltre cento e tutte ammassate sotto il sole nell’unica area, peraltro non ampissima, destinata al Check in”.
“Bambini che si lamentavano e anziani sul punto di svenire. Uno accanto all’altro. Allucinante. Tutti muniti di mascherina – tranne i bambini. “Mascherina”, affermano, “che veniva tolta e rimessa continuamente”.
Il racconto prosegue, “Dopo ore di permanenza forzata, finalmente otteniamo le camere. Stremati, notiamo pure che il villaggio era strapieno, con personale, però, ridotto al lumicino. Allora abbiamo pensato alla “sanificazione”, ma, alla luce dei fatti, ci sono venuti i brividi”.
“Naturalmente, per quanto ha riguardato noi, abbiamo cercato di effettuare una “nostra” sanificazione dei locali e di vivere all’esterno il più possibile” e proprio “Per questo, abbiamo deciso di uscire un pò dal villaggio e di recarci casualmente a Tropea”.
A questo punto, il racconto dei vacanzieri si fa ancora più difficile da comprendere, “Inimmaginabile, ciò che abbiamo visto”, sbottano. “Una fiumana di gente, che camminava tipo gregge, in direzioni diverse e spesso contrarie, moltissimi senza mascherina, che si scontravano e urtavano, chiacchierando, come niente fosse. Optiamo allora di rientrare e così, ci siamo nuovamente diretti verso il parcheggio. Giunti sul posto, abbiamo subito notato che in terra, disseminate, c’erano diverse mascherine già usate. Cosa, ovviamente riprovevole. Ma a lasciarci letteralmente impietriti, è stato il gesto di un ragazzo che chinato, era intento a sceglierne una a caso, per poi indossarla. Sentendosi evidentemente osservato, mentre se ne andava, ci ha apostrofati, «Non vi preoccupate, che lo fanno tutti». Lui si è allontanato in tutta fretta, e noi, ancora lì, senza parole”.
Poi, il più anziano del gruppo di pugliesi, ci ha contattati e pregato di scrivere, chiedendoci anche di far sapere che se questa è una prassi utilizzata da qualche sconsiderato (speriamo pochi), per aggirare il sistema ed evitare le multe, non va per niente bene, e soprattutto, afferma, che dopo quello che ha visto, è ancora più preoccupato, “Sono preoccupato per me – conclude -, per coloro che hanno la mia stessa età, per i miei cari e, per tutti quelli che sono rispettosi delle regole, perchè hanno patito i sacrifici e non vogliono certo vanificarli”.
Sì, ma noi, che ce lo diciamo a a fare?