Possono finalmente tirare un sospiro di sollievo e tornare al loro paese, Orta Nova, i familiari, figli e parenti, di Filomena Bruno, assassinata lo scorso 29 ottobre, dal genero 37 enne, Cristoforo Aghilar. L’uomo era in carcere per aver colpito a morte la donna, 53 emme, poichè contraria alla sua relazione con la figlia. Dopo averla più volte minacciata, anche pubblicamente, e in presenza di estranei, Aghilar, allontanato dalle FF.OO., era riuscito comunque ad introdursi nell’appartamento della suocera, in via Diaz, ad Orta Nova, colpendola al torace con una serie di fendenti, fino a toglierle la vita. Reo confesso, dopo una breve fuga, il 37 enne era detenuto a Foggia, ma durante le violentissime proteste scoppiate nelle carceri italiane nel periodo della pandemia, era riuscito a fuggire e ad allontanarsi, rubando un’auto, insieme ad altri 71 carcerati (tutti catturati). Per la sua pericolosità, era stato disposto anche un servizio di protezione per l’ex fidanzata e alcuni suoi familiari, costretti per questo a vivere in una località segreta. Ora che “l’allarme” è rientrato, la famiglia può, finalmente, ritornare alla propria vita.
“Siamo sollevati per questa cattura, ora figli e parenti di Filomena Bruno possono rientrare a Orta Nova”, ha detto Michele Sodrio, difensore della famiglia. “Due giorni fa ho sentito i figli della signora: erano disperati. Non ce la facevano più a stare reclusi. Amici e parenti avevano tagliato ogni rapporto per paura di ritorsioni di Aghilar”. “Deve iniziare immediatamente il processo per il brutale omicidio” e “mi auguro – conclude l’avvocato – che i giudici riconoscano anche il grave stalking contro la vittima nei mesi precedenti l’omicidio”.
Il difensore fa pure sapere che i familiari hanno denunciato l’Arma dei Carabinieri per l’assenza di un’adeguata protezione nei riguardi della loro congiunta e che hanno chiesto un risarcimento di € 1.600.000. “ Filomena Bruno – ha spiegato Sodrio – prima di essere uccisa aveva denunciato più di una volta le minacce ricevute da Aghilar: aveva chiesto disperatamente protezione per sé e per la sua famiglia. Ma non è stata adeguatamente protetta”
Dalle prime indiscrezioni trapelate, si apprende che Aghilar si era rifugiato in un casolare a Minervino Murge, dove è stato catturato e dove ha trascorso gran parte della sua latitanza. In ogni caso, il criminale, denunciato anche per il furto dell’auto, non si sarebbe mai allontanato dal perimetro Orta Nova – Bat.