E’ stato arrestato per intermediazione illecita e dello sfruttamento del lavoro. L’imprenditore, S.G., 43enne, titolare di un’impresa agricola di Gioia del Colle, impiegava nella sua azienda due lavoratori di origini indiane di 43 e 26 anni, entrambi, in Italia, con regolare permesso di soggiorno. La “task force” dei Carabinieri dedicata al contrasto di tale fenomeno, ha potuto accertare che i due uomini, impiegati come pastori, erano ridotti in un stato di quasi schiavitù. Lavoravano, in media, 9 ore al giorno, senza riposo settimanale, ricevendo una paga giornaliera di meno di 25 euro, quando il contratto collettivo nazionale, per le stesse mansioni, ne prevede almeno 90 lorde. Inoltre, i due dormivano in un deposito artigianale attiguo alla stalla ed alla sala mungitura, privo dei minimi requisiti igienico sanitari. Le condizioni erano accettate dai due lavoratori per il timore di perdere il proprio il lavoro che permetteva loro di mantenere le rispettive famiglie nel Paese d’origine. L’imprenditore è stato arrestato ai domiciliari con l’accusa di sfruttamento del lavoro e gli sono state contestate l’omessa formazione dei dipendenti sui rischi per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, la mancata valutazione delle condizioni di salute in relazione all’impiego, l’omessa concessione del riposo settimanale ed il superamento del limite massimo di ore di straordinario, nonché il divieto di retribuzione mediante pagamenti non tracciabili. Per queste violazioni S.G., oltre ai domiciliari, dovrà pagare tra sanzioni amministrative e ammende, la somma di 32.000 Euro.