La CEI al Governo, “Se la libertà di culto è un diritto, chi intende esercitarlo deve poterlo fare”

Appena quattro giorni fa –  giovedì 23 aprile –  il Ministro dell’interno, Luciana Lamorgese, in una intervista ad Avvenire lasciò intendere che al vaglio del Governo ci fosse anche una possibile riapertura alle funzioni religiose.  “Sono allo studio nuove misure per consentire il più ampio esercizio della libertà di culto”, aveva dichiarato in un comunicato il Ministro. Del resto, il confronto sulla questione, tra la Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), il Ministero e la Presidenza del Consiglio, non si è mai interrotto. Un confronto, per la verità,  che si è sempre basato sull’accettazione responsabile da parte della CEI delle restrizioni adottate dal Governo.

Tutto, ovviamente, nella prospettiva che non appena si fosse palesata la possibilità della riapertura, anche la libertà di culto sarebbe rientrata tra le opportunità. Ora si evince il contrario. Infatti, nel nuovo documento di ieri non si fa cenno a questo diritto. Eppure la CEI fa sapere di aver presentato diversi orientamenti e protocolli per poter affrontare un riavvio delle proprie attività, di averne discusso con i vertici, nel pieno rispetto della normativa sanitaria.

Ma nessun cenno è stato fatto ieri circa la possibilità di celebrare la Messa in modo comunitario. La CEI, in un documento, esprime dunque il suo dissenso, richiamando la Presidenza del Consiglio e il Comitato tecnico scientifico – che tanta importanza ha ricoperto in quest’ultimo periodo – a tener conto di chi responsabilmente, e legittimamente, intende esprimere la propria libertà di culto. Richiama inoltre il Comitato scientifico, che ha affiancato e affianca tuttora il Governo in questo difficile momento, a distinguere tra le responsabilità a loro attinenti in campo (puramente) sanitario, da quelle della Chiesa, che mira ad una riorganizzazione della comunità dei credenti, nell’ambito della propria autonomia. Se la libertà di culto è un diritto, chi intende esercitarlo deve poterlo fare.

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Elvira Zammarano

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