Organizzato dall’associazione di Toritto “Valeria Lepore” e curato dal Centro Servizio Volontariato – San Nicola (CSV-SN) di Bari, nell’ambito del “Meeting del Volontariato 2019 – Nuove Generazioni”, l’evento ripercorre insieme ai relatori, Mario Conca (consigliere regionale 5stelle), Palma Matarrese (counselor), Vito Ferrara (segr. provinciale del sindacato dei poliziotti), Gianluca Zilli (avv. penalista), Giuseppe Galena e Giuseppe Lepore, padre di Valeria (rispettivamente Presidente e vice presidente dell’associazione “Valeria Lepore”) e Rosa Franco (presidente CSV-SN), le fasi cruciali della drammatica storia della 28enne di Toritto, agente di polizia penitenziaria a San Vittore, morta nel 2014 al Policlinico di Bari, dopo 5 giorni di agonia e tre interventi subiti in tre diversi ospedali pugliesi.
La giovane, mentre era in vacanza con la famiglia a Manduria, colta da forti dolori addominali, fu portata, in un primo momento, al Pronto Soccorso del paese e successivamente ricoverata all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto per la rimozione di un calcolo. Ma gli eventi precipitarono tanto che si rese necessario il trasporto urgente al Policlinico di Bari, dove la 28enne morì il 17 luglio 2014, per sopraggiunte infezioni operatorie.
Una morte incredibile se si pensa che la povera ragazza, dalla prima visita al Pronto Soccorso in codice verde alla rimozione del calcolo a Taranto, per una banale colica, ha poi dovuto subire anche l’impianto di un polmone artificiale e una craniectomia a Bari. Senza che alcuna responsabilità, ad oggi, sia stata ancora accertata, anche se la famiglia ha da poco acquisito nuova documentazione che potrebbe essere utile a fare chiarezza.
“È assurdo – ha affermato Mario Conca – che accedendo ad un Pronto soccorso con un codice verde, dopo cinque giorni e dopo tre ricoveri in ospedali diversi, uno ne esca cadavere a causa della setticemia, purtroppo spesso conseguenza di una cattiva prassi. Ecco questa è la mancanza di etica. Una mancanza di etica che non riguarda solo la Sanità ma anche la Giustizia – ha detto Conca. “Perché non è possibile che una famiglia dopo cinque anni ancora non sappia cosa sia veramente accaduto alla propria figlia. Non si può aspettare di conoscere la verità dopo decenni”
“Un sistema sanitario malato – ha concluso il consigliere – molto spesso fatto di organici ridotti al lumicino, ma anche di storie di prevaricazioni e prepotenze, che alla fine vanno a colpire sempre e solo le fasce più deboli, gli ammalati”.
L’incontro è stato moderato dal giornalista Tommaso Forte