Una vicenda contorta e dolorosa che, l’anno scorso, ha impegnato abbondantemente la quotidianità delle cronache. I fatti, accaduti nella provincia di Bari, riguardano una coppia di conviventi, M.D.M., di 48 anni e la sua ex compagna. I due si conoscono nell’estate del 2016, si piacciono subito e decidono di vivere insieme. Ma la gelosia di lui rende impossibile la relazione. Un amore morboso che sfocia ben presto nel possesso e nelle botte. Un incubo per la donna, che deve subire finanche rapporti sessuali non consenzienti, fino alla terribile minaccia, “Ti mangio la testa e l’anima, ti porto con me nell’aldilà”.
Il 1 ottobre dell’anno scorso cambia qualcosa, perché dopo l’ennesima lite culminata nell’ennesima escalation di violenza, in cui lui le procura traumi e ferite alla testa e al viso, documentati anche in ospedale, la donna decide di rivolgersi all’associazione Gens Nova ONLUS, il cui presidente, avvocato Antonio La scala, impegnato da sempre nella difesa delle vittime di violenza, ne assume la difesa.
Scatta la denuncia e comincia l’iter processuale che vede il 48enne arrestato per maltrattamenti in famiglia, e indagato anche per violenza sessuale, privata e lesioni aggravate. Ma l’uomo si difende dicendo che la vera vittima è lui, che la donna lo stalkizzava da tempo e, dulcis in fundo, la querela per atti persecutori e calunnia. In buona sostanza, l’uomo affermava che la donna si era inventata tutto e che si era procurata autonomamente anche le lesioni.
Oggi finalmente il Pm ha chiesto l’archiviazione della denuncia in cui l’uomo affermava di essere parte offesa, per la quale aveva presentato regolare opposizione, e che aveva portato il Gip a fissare un’udienza in camera di consiglio per il prossimo ottobre. Un’udienza durante la quale si dovrebbe confermare o la definitiva archiviazione o disporre nuove indagini per ulteriori approfondimenti, così come prevede la legge.
“In definitiva – spiega l’avvocato La Scala – con l’archiviazione il Pm ha dato ragione alla mia assistita e a “Gens Nova”. Ha ribadito, cioè, che le accuse formulate da M.D.M., sono destituite di ogni fondamento e smentite, sia dagli atti relativi all’arresto sia dal suo rinvio a giudizio, perché ora l’uomo è sotto processo. Quindi con l’archiviazione tutte le sue accuse, vengono totalmente contraddette”.