L’allarme è partito dalla Danimarca, allorquando, si è scoperto che l’uso dello smartphone per tracciare i movimenti degli imputati è fallibile, andando così a falsare almeno 10.000 sentenze. Un numero impressionante di casi giudiziari dovranno ora essere revisionati. Ciò che sta accadendo in Danimarca è gravissimo, ma potrebbe riguardare anche altri stati europei e, addirittura, il resto del mondo. Le imprecisioni di geolocalizzazione e del tracciamento degli spostamenti delle persone indagate potrebbero alterare i risultati delle sentenze, azzerando, dunque, ogni tipo di certezza. Un cosa a dir poco sconvolgente. Utilizzare come certi in assoluto i dati forniti dagli smartphone in sede giudiziaria come prova o a discolpa nei procedimenti, ora sappiamo essere estremamente pericoloso, perché di mezzo potrebbero potenzialmente andarci possibili innocenti ma anche le vittime. È inquietante pensare che procedimenti errati possano aver indotto alla formulazione di giudizi di colpevolezza riguardanti persone erroneamente associate alla scena del crimine. Intanto in Danimarca hanno sospeso da circa due mesi l’uso degli smartphone nei casi penali, cominciando un cammino di revisione a ritroso lungo, doloroso e sicuramente non esente da sorprese