È stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, un 30enne di Torino, che da anni obbligava il bambino, figlio della compagna, all’auto disprezzo. La frase, “Sono uno stupido”, doveva essere ripetuta almeno 100 volte al giorno. L’uomo non sopportava che quel bambino non fosse suo e trovava ogni pretesto per infliggergli punizioni sia fisiche che psicologiche. Le violenze erano riservate anche alla donna, 33enne, madre di un’altra bambina di 2 anni. Oltre alle vessazioni verbali, il bambino, spesso, era costretto a rimanere, per tanto tempo, immobile e in silenzio, sotto il getto d’acqua fredda della doccia.
“Non sei capace a fare nulla, sei un bastardo incapace”, erano le parole che l’uomo rivolgeva abitualmente al piccolo. Una mortificazione durata tanti anni, fino a che la madre non ha trovato il coraggio di rivolgersi ai Carabinieri, a cui il bimbo ha rivelato, “Non l’ho mai detto a nessuno perché lui mi diceva che se parlavo mi uccideva”. Gli stessi militari pochi istanti prima di entrare nell’appartamento, una casa popolare assegnata all’uomo, lo hanno sentito urlare, “Ti auguro la morte, tanto ti deperisci facilmente, arriverai a suicidarti”.