Le nuove (inquietanti) frontiere di Facebook: scrivere con la mente. E la privacy che fine fa?

Scrivere un post senza toccare tastiera o usare il dispositivo “vocale”, sembra sia il futuro prossimo per gli utilizzatori del famoso social. Lo ha annunciato Facebook durante la conferenza di due anni fa “F8”. Saremo in grado di scrivere 100 parole al minuto senza pronunciarle o muovere un dito. A permettere l’innovazione un misterioso strumento tecnologico messo a punto da una ricerca finanziata dal celebre network.

Di pari passo anche l’Italia che recentemente ha promosso uno studio sull’interpretazione delle parole presenti nella nostra mente. Parole che possono essere decodificate attraverso tracciati elettrocorticografici. Siamo ancora nel campo pionieristico ma Facebook promette di creare un dispositivo da indossare che permetta all’utilizzatore di scrivere o compiere un qualsiasi gesto virtuale con la sola forza del pensiero.

Dunque nessun fastidioso elettrodo pronto a tradurre le parole presenti nella nostra mente ma un “semplice” apparecchio a base di fibre ottiche o laser. Uno strumento che secondo le previsioni potrebbe essere già in circolazione come prototipo fra un anno.

Rimostranze, dubbi e perplessità sono state espresse dalla professoressa Nita Farahany, specializzata in neuroetica alla Duke University (USA), “Credo che la mente sia un luogo sicuro, dove vige la libertà di pensiero, di fantasia, di dissenso. Ci stiamo avvicinando al punto di non ritorno: in assenza di protezioni, la nostra privacy potrebbe venire seriamente compromessa”. Dello stesso parere è Marcello Ienca, ricercatore di interfacce neurali dell’ETH di Zurigo, “I dati contenuti nel nostro cervello sono ricchi di informazioni sensibili, la preoccupazione è giustificata”. Il direttore della ricerca del Facebook Reality Labs , Mark Chevillet, intanto rassicura, “Prendiamo molto sul serio la privacy”.
Sarà vero?

 

Condividi su:
Foto dell'autore

Elvira Zammarano

Lascia un commento