Molfetta, colpi di pistola e bomba ai danni di un imprenditore edile, arrestati 3 giovanissimi. Nel video le intimidazioni

Ricettazione e danneggiamento aggravato, uso e detenzione in luogo pubblico di armi comuni da sparo e tentata estorsione aggravata dall’uso delle armi, sono le accuse – epilogo dell’attività investigativa dei Carabinieri di Molfetta –  che hanno portato in carcere, i pregiudicati D.C.F., M.U., A.F., di 19, 36 e 18 anni, su richiesta del GIP di Trani Rossella Volpe e del Sost. Proc. di Trani Giovanni Lucio Vaira.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Trani, hanno fatto piena luce su tre gravi episodi criminosi compiuti, tra marzo e maggio di quest’anno, ai danni di un 37enne, imprenditore edile del luogo. Dai primi riscontri, i Carabinieri visionando le riprese dei sistemi di videosorveglianza, hanno notato due sconosciuti, completamente camuffati che, dopo la mezzanotte, a bordo di un ciclomotore, estraevano l’arma esplodendo alcuni colpi contro l’auto dell’imprenditore. A poca distanza dal primo episodio, con le stesse modalità, altri cinque colpi hanno mandato in frantumi i vetri anteriori del fuoristrada utilizzato quotidianamente dall’imprenditore.

Ulteriori accertamenti, supportati dalle moderne tecnologie, hanno permesso ai Carabinieri di mettere con le spalle al muro D.C.F., M.U.,  A.F., i quali nonostante la giovane età, erano già noti alle Forze dell’Ordine. In modo particolare i militari sono riusciti a inchiodare M.U. e D.C.F per alcune telefonate fatte subito dopo gli attentati estorsivi, rintracciate tramite una sim, attivata a Napoli, intestata ad un uomo di origini africane, ma utilizzata da un familiare degli arrestati. Dalle intercettazioni si è potuto risalire di fatto al momento in cui i criminali chiedevano all’imprenditore, con minacce varie, la somma di € 50mila.

Il terzo episodio, avvenuto nei primi di maggio, poco dopo la mezzanotte, vede impegnato sempre lo stesso gruppo nell’atto di far esplodere, all’ingresso della sede di una società di costruzioni dell’imprenditore, un ordigno per cui è stato necessario l’intervento della Scientifica e degli artificieri del reparto Carabinieri di Bari. Accertata la loro totale responsabilità, i tre malviventi sono attualmente agli arresti nel carcere di Trani a disposizione della Magistratura. La tempestiva denuncia e la fiducia dell’imprenditore riposta nelle attività delle Forze dell’Ordine, ha evitato che il gruppo portasse a termine il proprio disegno criminale, che avrebbe messo rischio anche la sicurezza pubblica della città.

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Elvira Zammarano

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