Molfetta, 12 colpi di pistola contro la vetrata di un condominio, ma il bersaglio era un pregiudicato del posto, arresati due campani

Due pericolosi pregiudicati, C.M. 48 anni, di San Giorgio a Cremano (NA), ed  E.F., 49enne, dello stesso paese, entrambi vicini ad un efferato gruppo criminale campano, sono stati rinchiusi nel carcere di Poggioreale di Napoli, per minaccia aggravata, con l’uso delle armi e ricettazione  aggravata. La misura cautelare emessa dal Gip di Trani, Rossella Volpe, su richiesta del sostituto procuratore Marcello Catalano della Procura di Trani, è l’epilogo di un’attività investigativa durata diversi mesi, condotta dai Carabinieri di Molfetta, insieme ai Carabinieri di Torre del Greco.

Dalle indagini, si è potuto risalire a due episodi criminosi che hanno destato particolare allarme per la sicurezza pubblica cittadina: 12 colpi di pistola esplosi in due giorni diversi, nello stesso periodo, uno alle 14 e l’altro alle 3.30 di notte. Bersaglio apparente, un portone a vetri di un condominio ubicato al civ.9, in via Madre Teresa di Calcutta, abitazione di un pregiudicato di Molfetta.

Le riprese visionate dai Carabinieri di Molfetta hanno permesso di completare  il quadro investigativo. Nel primo attentato, quello delle 14, erano ben visibili due persone camuffate, che a bordo di un motorino si sono avvicinate alla vetrata del condominio, colpendola con tre colpi di pistola. Nel secondo, avvenuto alle 3:30, le immagini hanno ripreso un’utilitaria da cui scendeva un uomo, anche lui irriconoscibile, che esplodeva nove colpi, sempre in direzione della stessa vetrata.

Le immagini dei sistemi di videosorveglianza della città,  hanno consentito ai Carabinieri di individuare l’utilitaria utilizzata per l’attentato mentre entrava in Molfetta, seguita da un’altra auto di piccola cilindrata. Entrambe non risultavano rubate ed erano intestate a due società di noleggio di San Giorgio a Cremano. Da un ulteriore confronto i militari hanno anche notato che l’auto in entrata e quella utilizzata per la sparatoria era la stessa, ma con targhe diverse. Altri accertamenti ancora, hanno dato una risposta, le targhe erano state rubate tempo prima a Cercola, un paese a pochi km da Napoli e, in seconda battuta, poco prima dell’attentato, sostituite dai due campani.

Il movente non è ancora emerso ed è ancora al vaglio degli inquirenti, tuttavia si ritiene legato alla gestione di qualche attività illecita, visto che uno dei due criminali è stato, per un certo periodo, in carcere con il molfettese.

 

 

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Elvira Zammarano

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