Le alte temperature di questi giorni hanno richiamato una presenza consistente dei fastidiosi planctonici lungo la costa adriatica, con una concentrazione maggiore a sud della Puglia, in particolare nel Salento. Numerosi interventi di pronto soccorso sono stati effettuati su adulti e bambini. Ricordiamo che i “pizzichi” delle meduse provocano una reazione infiammatoria con eritema, gonfiore e vescicole accompagnata da una sensazione di dolore e forte bruciore. Le meduse, infatti, rilasciano sostanze urticanti che provocano una reazione infiammatoria acuta caratterizzata da eritema, gonfiore, vescicole e bolle, accompagnata da forte bruciore e sensazione di dolore. Il tutto più o meno persistente a seconda della vicinanza del ‘contatto’. Tre sono le specie che frequentano i nostri mari: la Phyllorhiza punctata che viene dal Canale di Suez, la Drymonema dalmatinum, con un diametro anche di un metro, la Mnemiopsis leidyila, che vive sul fondo del mare con i tentacoli verso l’alto.
Vediamo cosa fare in caso di contatto
Non strofinare bocca e occhi
Non lavare con acqua dolce la parte colpita: usare acqua di mare e disinfettare con bicarbonato; non usare acqua fredda o ghiaccio
Non grattare la zona ustionata (si accelera la sostanza tossica)
Evitare impacchi con aceto o ammoniaca: è un “rimedio della nonna” del tutto inutile; anche l’uso di alcool è sconsigliato
Non rimuovere i frammenti dei tentacoli della medusa con pinzette, ma con le mani
Il rimedio migliore è un gel astringente al cloruro d’alluminio, utile anche per le punture di zanzara. Evitare pomate cortisoniche o antistaminiche.