Ieri mattina, Polizia e Carabinieri hanno svolto un’importante operazione decimando al vertice, il clan armato “Pistillo-Pesce”. L’arresto – con condanne dai 2 agli 8 anni – di Michele Fortunato, Nicola Lovreglio, Giuseppe e Gianluca Pesce, Salvatore Pistillo, Felice Spione, Tommaso Loconte, Vincenzo Pasculli, Antonio, Riccardo e Vincenzo Leonetti e della 35 enne Marianna Gallo Di Pinto, per associazione armata, dedita al traffico degli stupefacenti nella città di Andria, ha reso definitive le condanne emesse dalla 3ª sezione penale della Corte di Appello di Bari.
I militari, attraverso una complessa indagine, iniziata nel 2011, con la collaborazione dei cugini dei fratelli Pistillo – membri al vertice dell’associazione – hanno ricostruito le attività del gruppo, nato nel 2004 per volontà di Francesco Pistillo. Il quale, pur essendo in carcere per l’omicidio dell’ex boss Agostino Pastore, avvenuto nel 2000, avrebbe fatto valere la sua autorità e preminenza gerarchica tramite i familiari rimasti fuori.
L’attività del gruppo prevedeva l’acquisto di ingenti scorte di droga – da uno a più chili per tipo di sostanza -, la ripartizione in dosi “da strada” e la rivendita al minuto, in particolare, nel quartiere San Valentino, nella città vecchia e in piazza Manfredi. Inoltre, esercitava il proprio controllo, con le armi e l’intimidazione, grazie al gran numero di affiliati, organizzati gerarchicamente e secondo una divisione precisa dei compiti e dei ruoli. C’era chi deteneva, chi spacciava, chi incassava e poi c’erano le cosiddette “bacchette”. Vere e proprie vedette munite di sofisticate attrezzature attraverso cui “proteggevano” il gruppo dalle possibili incursioni delle Forze dell’Ordine.