Rinaturalizzazione dell’intera area e collegamento ecosostenibile con il Parco dell’Alta Murgia, è la proposta avanzata da tempo dall’Associazione ProNatura (Bisceglie/Trani – Gruppo R.A.P.) per la spiaggia di Ripalta. Un geosito recentemente definito dall’ISPRA di importanza nazionale e dal decreto Galasso, “bellezza paesaggistica,” candidata a diventare Area Marina Protetta. Ed ora, citata anche all’interno della Lonely Planet, nota casa editrice australiana che pubblica guide turistiche in tutto il mondo. Nella nuova edizione, dedicata alla Puglia, a pagina 88, si parla proprio della spiaggia dove “l’acqua è molto bella in un contesto decisamente meno affollato”.
Mauro Sasso, presidente di ProNatura, spiega, “Sino ad oggi gli unici a credere nelle potenzialità della Zona Pantano Ripalta siamo stati noi ambientalisti, proponendo progetti che non hanno mai trovato riscontro nella classe dirigente. Accanto a queste proposte abbiamo sempre evidenziato lo stato di abbandono, testimoniato dagli incendi incontrollati, dai muretti a secco crollati, dall’assenza di pulizia e dalla interdizione all’utilizzo della pista ciclabile. Ma si tratta di nostre fantasie o qualcun altro si è accorto di questa situazione? E con grande sorpresa la guida afferma: “Peccato per l’incuria in cui versa la zona – si legge – con rifiuti abbandonati e progetti di piste ciclabili iniziati e mai del tutto completati”.
“Un vero peccato – afferma -. Una miopia ha colpito coloro che in questi anni avrebbero potuto e dovuto avviare tutte le azioni necessarie per investire nella tutela ambientale di questa bellezza paesaggistica. Cosa trova oggi un turista che, leggendo la guida, vuole visitare le Grotte di Ripalta? Una pista ciclabile dissestata invasa dai rifiuti, nessun servizio pubblico di trasporto né aree di sosta o picnic, un orribile bidone arrugginito, spesso ricolmo di buste di spazzatura, che domina lo scenario delle Grotte. La stessa guida invita ad utilizzare l’auto per arrivarci, ma sappiamo benissimo che non ci sono parcheggi pubblici e che non è possibile immaginare un sito di interesse naturalistico del genere invaso da scooter e autoveicoli”.
“Auspichiamo – conclude Sasso- che si risolvano queste problematiche, in quanto la certificazione di Lonely Planet richiede risposte immediate non più procrastinabili. Chiediamo, dunque che si realizzi il nostro progetto”