“Il Quadrato del Sator” è il testo cifrato più celebre del Medioevo che ritrae un’antica iscrizione latina che è stata oggetto di frequenti ritrovamenti archeologici sia in lapidi che in graffiti, sparsi un po’ ovunque in Europa. Degli esempi sono stati rinvenuti a Roma, nei sotterranei della Basilica di Santa Maria Maggiore; in Inghilterra, nel castello di Rochemaure (Rhone-Alpes); sulla parete Nord del Duomo di Siena, difronte al palazzo Arcivescovile; a Santiago di Compostela, in Spagna; in Ungheria; e in altre chiese e località come Foggia, Messina, Verona, Montecassino. Tuttavia gli esemplari più antichi e più celebri sono quelli ritrovati nel 1925, durante gli scavi di Pompei, su una colonna della casa di Paquio Proculo e su quella della palestra grande, ritrovata nel novembre del 1936, sempre a Pompei. Tutte antecedenti l’era cristiana. Ma qual è il significato del “quadrato magico del Sator?” Tale iscrizione riproduce una frase palindromica, vale a dire una frase composta dalle parole “SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS”, ovvero una frase che rimane identica da sinistra a destra e viceversa, o dall’alto in basso e viceversa e che puo’ essere letta in entrambe le direzioni. E’ difficile stabilire il significato letterale del testo , perché esso si presta a diverse interpretazioni; sta poi al lettore stabilirne il significato sulla base della sua cultura e delle sue conoscenze. Ad esempio nella frase, il termine “AREPUS”, potrebbe far pensare a un carro di origine celtica chiamato “arepos” latinizzato in “arepus”. Per cui una plausibile traduzione potrebbe essere, “Il seminatore con il carro tiene con cura le ruote”, una traduzione di senso oscuro con riferimento magari al “seminatore” del testo evangelico. Un’ altra interpretazione sarebbe quella di origine gallica, secondo cui “arpentum” starebbe a indicare un “piccolo pezzo di terra” e “rotas” “convento”. Il significato della frase “Sator arepo tenet opera rotas” sarebbe dunque “Il seminatore di un arepo mantiene con il suo lavoro il convento”. Se invece “rotas” si riferisse alle “ruote celesti”, il testo potrebbe essere letto, “Il Creatore delle terre (tiene) governa le ruote (sfere) celesti”, laddove la forma a croce del verbo “tenet” esprime simbolicamente l’unione del cielo e della terra. In tal caso si coglierebbe il legame tra “seminatore agricolo” e “seminatore celeste”, cioè Dio. Altre interpretazioni e significati del palindromo sono affidati alla fantasia e alla cultura di ogni singolo lettore.