È successo in una scuola media di Pisa a fine anno scolastico. Prima attacchi sul gruppo WhatsApp della classe, con insulti, offese, esclusioni da qualsiasi attività in comune, semplicemente perché antipatico al capo “clan”. Fino a quando l’intero gruppo, così, per gioco, non ha pensato di passare alle vie di fatto, spintonandolo e schiaffeggiandolo fino all’episodio per il quale è stato necessario, addirittura, il ricovero in ospedale, con 20 giorni di prognosi, più 10 per i controlli.
A farne le spese un ragazzino di 12 anni che senza motivo era mal sopportato dai coetanei. Il ragazzo, bullizzato da tempo, così come ha denunciato la mamma, il 29 maggio, è stato violentemente colpito ai genitali con un calcio finendo con urgenza in sala operatoria. Per questo motivo la donna ha sporto denuncia contro la Preside e i genitori dell’aggressore, sostenendo che le violenze potevano essere evitate se solo la Scuola fosse intervenuta tempestivamente. La Magistratura ha aperto un fascicolo per accertare le dinamiche e le responsabilità sia dell’Istituzione che dei genitori del bullo.
“Gli episodi gravi sono stati diversi – ha dichiarato la mamma del dodicenne. “Un giorno, in classe, un ragazzino, vedendo mio figlio sporgersi in avanti, gli ha infilato una matita nell’ano. Alcuni alunni hanno riso. C’era un supplente, che non ha visto niente. Mio figlio ha chiesto di uscire e ha cominciato a piangere. Era saturo della situazione. In seguito ha vomitato. Se tutto questo succedeva alle 11, io l’ho saputo dalla telefonata di una mamma alle 15, che mi chiedeva come stava”.
“Poi, c’è stato l’episodio di fine anno – continua la mamma. “Vado a prendere mio figlio a scuola e lo vedo turbato. All’uscita mi dice di aspettare, che doveva parlare con un compagno. ‘Perché lo hai fatto?’ gli ho sentito dire. Abbiamo saputo successivamente che nelle ultime ore di lezione, c’era palestra, mio figlio aveva difeso un suo amico da un bambino che lo insultava. Questi per risposta prima lo ha preso a pizzichi, con le unghie. Poi usciti dalla palestra, diretti verso l’uscita, gli ha dato un calcio nei testicoli”.
“Ho denunciato sia la Dirigente scolastica che i genitori dell’aggressore – ha detto la donna – con la richiesta di individuare anche tutti coloro che sono venuti a conoscenza di altri episodi vessatori e non hanno parlato. Quando segnalai i fatti circostanziati, con gli screenshot degli insulti, la Preside mi chiese di non fare denuncia perché avrebbe gestito lei la situazione e risolto la questione. L’escalation – conclude con amarezza – poteva essere interrotta prima dalle Autorità scolastiche e invece nulla”.