Nella provincia olandese nord-orientale dell’Overijssel, ad appena 120 km da Amsterdam, esiste un’ “altra Venezia”. Un incantevole villaggio con le sue splendide fattorie dai tetti ricoperti di canne, immerso in un ambiente ricco di laghetti, canneti e boschi. Il paese, quasi interamente pedonalizzato, é famoso per i canali solcati da un gran numero di barche, i sentieri, le piste ciclabili e le antiche abitazioni con il tetto di paglia, piccoli isolotti di terreno torboso collegati tra loro da oltre 170 ponticelli di legno. Si trova ai margini di una sezione del Parco Nazionale Weerribben-Wieden, un’area paludosa un tempo utilizzata per la raccolta di torba e giunchi. Accanto al parco, il Museumboerderij ‘t Olde Maat Uus è un museo agricolo che illustra la storia della regione. Giethoorn è sorto come insediamento degli estrattori di torba. Tale attività causò la formazione di stagni e laghi nell’ambiente circostante e la gente iniziò a costruire le case sugli isolotti tra un bacino e l’altro. Questi erano raggiungibili solo mediante ponticelli o con le tipiche barche di Giethoorn chiamate ‘punter’, strette imbarcazioni che vengono condotte dal ‘punteraar’ con l’ausilio di un lungo bastone di legno. La località, che conta meno di 3.000 abitanti, fu fondata nel XII secolo dalla setta dei Flagellanti, fuggiti dalle persecuzioni con lo scopo di offrire un nascondiglio a causa dalle persecuzioni religiose. Il nome originario, geitenhoorn (“corno di capra”) si riferiva alle numerose corna di capra selvaggia rinvenute nelle torbiere della zona, anche rappresentate nello stemma del villaggio. Giethoorn raggiunse la popolarità soprattutto dopo il 1958, quando il cineasta Bert Haanstra decise di girare il film Fanfare. Da non perdere, nel mese di agosto, il Gondelvaart Festival, una gara competitiva tra gondole, addobbate con lanterne e code di drago.