La Sardegna e l’antico flagello delle cavallette

La Sardegna, nota per i suoi paesaggi marittimi mozzafiato, caratterizzati dall’azzurro intenso dei fondali marini, dalle acque limpide e cristalline in cui ci si può specchiare, in questi mesi estivi, viene messa in crisi, da una vera e propria emergenza. Si tratta della grande invasione di cavallette che puntualmente ogni anno, durante i mesi estivi da giugno ad agosto infestano il clima e l’ambiente. Favoriti dalla siccità divorano il raccolto, costringendo la popolazione a chiudere porte e finestre e a barricarsi letteralmente in casa. Le cause? I terreni incolti e abbandonati dove si propagano insetti, infezioni e malattie d’ogni genere. Insomma davvero una catastrofica emergenza alla quale, secondo gli esperti e in particolare secondo la Coldiretti, ora non si può più rimediare, in quanto qualunque trattamento sarebbe poco efficace. Si potrebbero arare i terreni, soprattutto quelli incolti che rappresentano il luogo ideale per proliferare. Infatti sono milioni le cavallette che hanno devastato le campagne nella provincia di Nuoro, tra Ottana, Olotana e in particolar modo a Orani, un comune in cui si cammina su tappeti di cavallette. Questo “flagello” di antica memoria biblica ci ricorda che le locuste sono state sempre temute e considerate  “l’ottava delle dieci piaghe che colpirono l’Egitto per volontà di Dio”, le stesse cavallette di cui si fa riferimento anche nel Corano, che nel giorno dell’Apocalisse invasero il paesaggio desertico e arido, non difforme da quello biblico.

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Rosa Cuccovillo

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