Disastro ferroviario Corato Andria, per i difensori di Ferrotranviaria, “Giudizio di colpevolezza indebitamente anticipato”

Rigetta in toto le decisioni del Collegio giudicante del Tribunale di Trani, Ferrotranviaria Spa, imputata e citata come responsabile civile, nell’ambito della vicenda ricordata come la “strage dei treni”, avvenuta il 12 luglio del 2016, in cui morirono 23 persone e rimasero feriti 51 passeggeri. Le obiezioni depositate dagli avvocati della società, Michele Laforgia e Tullio Bertolino, presso la Corte di Appello di Bari e allo stesso collegio giudicante formato dal presidente, Giulia Pavese e dai giudici a latere Paola Angela De Santis e Filomena Sara De Rosa, metterebbero in evidenza un “giudizio indebitamente anticipato” di colpevolezza nei riguardi di Ferrotranviaria Spa. Nell’udienza dello scorso 7 maggio, i giudici accolsero la richiesta dei familiari di inserire tra i responsabili civili anche la Regione Puglia e nello stesso provvedimento, secondo i difensori Laforgia e Bertolino, venne ipotizzata l’inaffidabilità di Ferrotranviaria con una “irrituale ed illegittima anticipazione dei giudizi in ordine alla responsabilità dell’ente”.

“È un atto dovuto”, dicono gli avvocati, “per garantire la regolarità del processo”. “Ferrotranviaria, che è una società con 530 dipendenti e alcuni milioni di utenti ogni anno – affermano – non intende affatto sottrarsi ai giudizi, ma ha diritto come ogni altro imputato, alla presunzione di non colpevolezza e a essere giudicata in modo imparziale, come prescrive la Costituzione”.

E aggiungono, “Ferrotranviaria ha già provveduto prima del processo a corrispondere oltre 15 milioni di euro di risarcimento dei danni alle vittime e ai familiari prima ancora che sia accertata la sua responsabilità”.

Nella richiesta di ricusazione si sottolinea anche il legame di parentela che uno dei giudici ha con una delle vittime e alcune delle parti civili, motivazione che avrebbe indotto il giudice a decidere per l’astensione, richiesta non accolta dalla presidente Pavese, ritenendo il processo al sicuro da ogni possibile imparzialità nel giudizio.

Condividi su:
Foto dell'autore

Elvira Zammarano

Lascia un commento