I remember il “Sessantotto” e gli anni della contestazione giovanile

I notevoli cambiamenti della nostra società ci inducono a riflettere sugli anni della contestazione giovanile del 1968. Erano gli anni della guerra in Vietnam che sconvolsero il mondo occidentale e che diedero vita a imponenti manifestazioni di ribellione. I giovani, in particolare gli universitari, scendevano in piazza per protestare contro le regole troppo rigide della società e della scuola, contro il conformismo e l’ipocrisia e contro ogni forma di ingiustizia. Si trattava di una generazione inquieta che avvertiva l’esigenza di cambiare radicalmente una società basata sulla competizione economica, sul consumismo e sulla logica della guerra. La protesta  arrivò in Europa dagli Stati Uniti, e si diffuse ben presto in Francia, in Germania e in Italia, dove sorsero movimenti giovanili anticonformisti come quello degli “hippies”, detti anche “figli dei fiori”, caratterizzati da capelli lunghi e abiti vistosi e aspetto trasandato. Erano coloro che protestavano contro la guerra in Vietnam e il razzismo dilagante della società americana. In Francia nasceva il cosiddetto “maggio francese” –  una quasi rivoluzione –  che si manifestò con l’occupazione delle scuole, delle Università e persino delle fabbriche. Protagonista indiscussa di queste forme di protesta divenne la musica che vide in Bob Dylan il massimo interprete. Mentre in Italia, il complesso de “I giganti” cantava il brano “Mettete dei fiori nei vostri cannoni” e Rino Gaetano, il cantante poeta dei primi anni ’70, traduceva in versi ogni motto, ogni espressione popolare tratta dalla quotidianità, da cui nascevano grandi capolavori musicali come la nota canzone di “Non te regghe piu'” e tanto altro ancora.

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Rosa Cuccovillo

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