Bimbo di 3 anni picchiato e abusato dal padre e dallo zio, la Procura di Lecce chiude le indagini

Una tristissima vicenda avvenuta tra il 2015 e il 2017 a Galatina in provincia di Lecce. A farne le spese un bambino che, all’epoca dei fatti, aveva appena 3 anni. La denuncia è partita dalla mamma, poi confermata dal racconto fatto agli inquirenti, alla presenza di uno psicologo, dallo stesso bambino, i cui genitori erano legalmente separati. Stando alle indagini, chiuse da poco, il bambino sarebbe stato oggetto di attenzioni morbose da parte dei due uomini nei giorni in cui era affidato al padre. E se il bambino provava a ribellarsi erano calci, pugni, imbrattamenti con fango, escrementi, sputi e bruciature di sigarette. Tutto avveniva nel silenzio della casa dei nonni paterni o in una casa campagna in uso al padre. Inoltre, sul cellulare dello zio sarebbero state trovate diverse foto del bambino nudo, per cui tra le accuse, a carico dei due uomini, ci sarebbe anche quella di produzione di materiale pedopornografico. Attualmente madre e figlio vivono al nord Italia, mentre padre e zio, a cui è stata comunicata la chiusura delle indagini, hanno tempo 20 giorni, per presentare ai magistrati le loro memorie difensive.

Il Presidente dell’Ordine degli psicologi della Puglia, Antonio Di Gioia, intervenuto sulla vicenda, afferma «Pur sottolineando l’importanza della bigenitorialità, è da sostenere con forza che negli anni successivi alla separazione, per i genitori e per i figli, bisogna attuare interventi specialistici a sostegno della famiglia durante questa fase evolutiva critica». Per Ferdinando De Muro, consigliere dell’Ordine, «Dovrebbe essere buona prassi nel periodo post affidatario, un progetto gestito da professionisti in grado di seguire padre e madre in un percorso nel quale mostrare la propria affidabilità e responsabilità».

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Elvira Zammarano

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