28mila euro è il risarcimento fissato dalla Sezione lavoro della Corte d’Appello di Salerno a favore di una insegnante che aveva presentato un ricorso, tra il 2008 e il 2009, contro la sua Dirigente scolastica per comportamenti vessatori e offensivi. La vicenda è accaduta in un Istituto Tecnico commerciale di Salerno dove la professoressa, dalle indubbie capacità professionali, testimoniate da colleghi e genitori, prestava servizio. Che i rapporti tra Preside e insegnante fossero ai ferri corti era noto a tutti: incursioni immotivate durante le ore di lezione della docente, rimproveri ingiustificati per sminuire la sua autorevolezza, accuse (infondate) di utilizzo improprio dei bagni degli alunni, atti oppressivi, contestazioni e soprattutto visite fiscali continue durante il periodo di malattia della docente, che nel frattempo era stata operata di tumore. Il Tribunale ha, dunque, accolto il ricorso dell’insegnante descrivendo le visite fiscali “come pretestuose e la condotta della Preside, frutto di un risentimento maturato nel tempo”. Sia la Scuola che il MIUR, condannato per omessa vigilanza ( doveva intervenire e non l’ha fatto), ora dovranno risarcire per mobbing la professoressa.