Il DNA dei Crociati ci riporta indietro nel tempo per riscrivere la storia

E’ di questi giorni la notizia di un ritrovamento avvenuto in Libano: sarebbero stati recuperati, in una fossa funeraria vicino a un castello crociato nei pressi di Sidone, 25 corpi. I resti apparterrebbero ad alcuni Cavalieri Crociati, caduti in battaglia intorno al 1200. A rivelarlo i risultati ottenuti dalle analisi del DNA effettuate dai ricercatori del Wellcome Sanger Institute e dell’Università di Cambridge, in Gran Bretagna, su 9 dei 25 corpi. Tuttavia, per gli studiosi le decine di migliaia di soldati che nell’arco di 200 anni si recarono in Oriente a difesa di quei luoghi, e che gioco forza si mescolarono “geneticamente” con  gli abitanti del posto, non hanno lasciato alcuna traccia della loro presenza nella popolazione odierna. Inoltre, le analisi, i cui risultati sono stati poi pubblicati sul “The American Journal of Human Genetics”, hanno rivelato che quei morti non erano tutti europei, che ci furono incroci genetici con le popolazioni locali, di cui però, non v’è traccia significativa nella popolazione libanese attuale. Il genoma analizzato ha infatti mostrato che solamente tre individui erano europei, poiché quattro erano orientali e due avevano una provenienza genetica mista. «La singolarità – ha spiegato lo scienziato Marc Haber – è che vediamo un’eccezionale diversità genetica nel Vicino Oriente durante il Medioevo, con europei, orientali e individui misti, che combattono nelle Crociate e vivono e muoiono fianco a fianco». Non solo, ma l’ipotesi più accreditata è che dopo le Crociate molti europei e persone di discendenza mista, che si erano insediati stabilmente in Oriente, furono cacciati da quei luoghi senza che la storia ne abbia mai fatto menzione. Per il momento l’unico dato significativo  è che la presenza dei genomi occidentali che ci si aspetterebbe di trovare, attualmente,  in quella parte d’Oriente, in realtà non c’è. Probabilmente sono avvenuti altri eventi di cui si ignora l’esistenza che avrebbero modificato le situazioni in modo irreversibile.

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Elvira Zammarano

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