
L’espressione “Passare la notte in bianco” vuol dire passare la notte senza dormire, senza chiudere occhio. Si tratta di una locuzione che risale al periodo medievale, quando i cavalieri usavano fare un bagno purificatore il giorno prima della cerimonia di investitura, che prevedeva il giuramento e la consegna della spada. Questa cerimonia era generalmente svolta in una chiesa o in un castello, durante la quale il sacerdote ricordava al cavaliere gli obblighi che stava per assumere e benediceva le armi che gli sarebbero poi state consegnate. La sera prima della cerimonia, l’aspirante cavaliere veniva vestito di bianco (simbolo di purificazione) e condotto in una cappella dove trascorreva un’intera notte in preghiera osservando il digiuno. Si trattava di un momento di riflessione per prepararsi alle responsabilità e alle gioie della sua nuova vita. Il primo uso dell’espressione con il senso che oggi conosciamo (quello di trascorrere una notte senza chiudere occhio) risale al quinto anno di pubblicazione del romanzo “Il visconte dimezzato” di Italo Calvino, dove compare la frase: “Adesso non voleva pensare, aveva passato la notte in bianco, aveva sonno”.