Sulla nuova responsabilità sanitaria, Legge Gelli-Bianco, se ne parlerà, giovedì 18 aprile, alle ore 15, presso l’Aula Magna “Aldo Moro” dell’Università di Bari

A due anni dalla sua entrata in vigore, la Legge Gelli-Bianco continua a far discutere. Presso l’Università di Bari si terrà una interessante tavola rotonda organizzata da varie associazioni tra cui, Agavv, Il Commentario Del Merito, Edoctus e Fondazione Aims, con il patrocinio dell’ordine degli Avvocati di Bari e dall’ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Bari. Interverranno diversi relatori: la Dott.ssa Paola Cesaroni (Magistrato della terza sezione civile del Tribunale di Bari), il Prof. Alessandro Dell’Erba (Docente di Medicina Legale dell’Università degli Studi di Bari), il Prof. Domenico Costantino (Docente dell’Università degli Studi di Bari) e gli avvocati Vito Castiglione Minischetti (penalista) e Alma Lucia Tarantino (amministrativista). Attesa la relazione del giurista Paolo Iannone, Avvocato del Foro di Bari, esperto in materia di responsabilità medica e autore di libri sul tema, tra cui l’ultimo presentato alla Camera dei Deputati.
«Sono trascorsi due anni dall’entrata in vigore della Legge Gelli-Bianco, – spiega Iannone – eppure non si placano gli orientamenti dottrinali sulla riforma, a maggior ragione se la teoria della responsabilità contrattuale applicabile al consenso informato, così come l’ho costruita, dovesse trovare piena attuazione già dalle prime pronunce giurisprudenziali».
Fonte di studio e confronto saranno le teorie dell’avv. Iannone, in modo particolare si valuteranno le possibili vie di fuga dalla responsabilità extracontrattuale in capo al medico, prevista dal legislatore all’articolo 7 della legge di riforma. Su questo Iannone precisa – «che la sottoscrizione del modulo del consenso-informato e il relativo impegno assunto, qualifica il rapporto contrattuale medico-paziente. D’altronde – sostiene l’avvocato – tale obbligazione, accettata dalle parti, ruota sulla dichiarazione di volontà delle parti stesse e, pertanto, non può trovare “cittadinanza” l’intenzione di voler relegare il consenso-informato alla dichiarazione di scienza, poiché, in tal caso, le asserzioni in esso contenute rappresenterebbero elementi intangibili e suscettibili a mere rettifiche potendo giustificare, così, l’emendabilità delle dichiarazioni rese». E conclude – «Di conseguenza, gli studiosi che conservano un parere contrario sul tema non solo disconoscono un dato normativo, ma cancellano anche la realtà dell’uomo».

L’Ordine degli Avvocati prevede per i partecipanti iscritti al relativo albo professionale il riconoscimento di 3 crediti ordinari.

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Elvira Zammarano

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