L’11 aprile, alle 9, presso il Tribunale di Trani si riuniranno nuovamente le parti coinvolte nel processo sulla strage dei treni avvenuta il 12 luglio 2016. Nello scontro, ricordiamo, morirono 23 persone e ci furono 51 feriti. Tra le vittime Maria Aloysi, la 49enne originaria di Andria che su quel treno salì per concedersi una giornata di mare nel capoluogo pugliese. La sorella Anna, che sta conducendo una sua personale battaglia, chiede che la vicenda non venga dimenticata e che su di essa non cali il velo dell’indifferenza «Dopo Maria – racconta – ho perso anche mio padre e sono rimasta completamente sola. Spesso col mio avvocato, Francesco Carulli, ripercorriamo, per i fatti processuali, un cammino a ritroso fatto di ricordi: un volto che ti saluta sorridente e pieno di vita, progetti, ricorrenze e appuntamenti. Cose che ormai appartengono all’oblio. E’ davvero difficile accettare questo. Perché inaccettabili sono i 23 morti e i 51 feriti. Vivo momenti di tensione e, a volte, rancore. Specie quando penso ai 16 imputati che dovranno rispondere di omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario e ad una ferrotramviaria accusata di illecito amministrativo. Sono passati tre anni da allora – conclude Anna Aloysi – ma quel senso di sgomento, incredulità e impotenza è rimasto lo stesso di quei momenti».
Per gentile concessione della sig. Anna Aloysi