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Offendere un alunno non costituisce più reato. Lo ha stabilito con una sentenza la Cassazione

L’insegnante che rivolge all’alunno parole offensive come “Deficiente”, “Cialtrone”, “Stupido”, non commette più reato. I genitori potranno solo chiedere un risarcimento del danno in sede civile. A precisarlo è la sentenza della Cassazione n. 12768/17 del 16. 03. 17. La procedura prima della sentenza prevedeva infatti che dopo il reclamo al Dirigente della scuola, il genitore poteva sporgere querela presso i Carabinieri o la Polizia rendendo responsabile penalmente il docente. Rimane invece il reato per diffamazione che, come sappiamo, richiede che al momento in cui viene pronunciata l’offesa, la persona (a cui è rivolta) non sia presente.

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Elvira Zammarano

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