Il lato amaro del cacao

Quando stiamo per portarci in bocca, al limite dell’estasi gustativa, un pezzo di cioccolato è bene fermarsi un attimo a riflettere. Secondo il blog statunitense Huffington Post, le violazioni dei diritti dei bambini, così come stabiliti dalla Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia,approvata nel 1989, sono alla base di oltre il 70% della produzione mondiale di cacao. Centinaia di migliaia di bambini, secondo  un rapporto investigativo della BBC, vengono comprati o rapiti  per poi essere portati in Costa d’Avorio, il più grande produttore mondiale di cacao, dove vengono ridotti in schiavitù. Bambini tra gli 11 e i 16 anni, ma alle volte anche più piccoli, rinchiusi in piantagioni isolate e costretti a lavorare tra le 80 e le 100 ore a settimana. Nel documentario Slavery: A Global Investigation è possibile ascoltare dalla viva voce dei piccoli protagonisti liberati le sevizie a cui erano sottoposti. Nel 2001, la Food and Drug Administration, per porre riparo a questo abominevole stato di cose,  voleva approvare una legislazione per l’applicazione del marchio “slave free” sulle confezioni. Prima che il provvedimento venisse votato, però, l’industria del cioccolato  ha usato il suo denaro per bloccarla, promettendo di porre fine al lavoro infantile in schiavitù nelle sue imprese entro il 2005. Un limite temporale che invece è stato ripetutamente rimandato, tanto che attualmente la prossima data utile è il 2020. Nel frattempo, secondo  uno studio del luglio 2015 della Tulane University, il numero di bambini che tra il 2009 e il 2014  lavoravano nell’industria del cacao è aumentato del 51% . Come ha raccontato uno dei bambini liberati, “godete di qualcosa che è stato fatto con a mia sofferenza. Ho lavorato sodo per loro, senza alcun beneficio. State mangiando la mia carne”. Forse sarebbe il caso che prima di assaggiare il moderno nettare degli dei, che tanta felicità ci procura, ci rendessimo conto di quanto esso sia  intriso del dolore e del sangue dei bambini, informandoci su provenienza e qualità del lavoro di chi lo ha svolto e sulle marche incriminate, quantomeno per essere consumatori eticamente più attenti.

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Maria Teresa Radogna

2 commenti su “Il lato amaro del cacao”

  1. Il lavoro minorile è un fenomeno diffuso soprattutto nei paesi meno sviluppati, che costringe bambini e adolescenti a svolgere attività dannose per il loro sviluppo fisico e mentale. Il rimedio a questa triste realtà è la scuola. Investire nell’istruzione, garantire una formazione di qualità che possa portare i ragazzi verso un futuro di lavoro dignitoso e giustamente retribuito.

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  2. Il lavoro minorile è un fenomeno difficile da monitorare e contrastare, costringe bambini e adolescenti a svolgere attività dannose per il loro sviluppo fisico e mentale.
    Il rimedio a questa triste realtà è la scuola. Investire nell’istruzione, garantire una formazione di qualità che possa portare i ragazzi verso un futuro di lavoro dignitoso e giustamente retribuito.

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