Le campane di Santa Fara, domenica 17 marzo, hanno suonato a festa più del solito. Padre Bruno Guarnieri, missionario cappuccino in Africa, ha rinnovato, durante la celebrazione eucaristica serale, i suoi cinquant’anni di sacerdozio. Alla presenza del vescovo di Bari, Monsignor Cacucci – che ha presenziato la particolare liturgia – e della famiglia, il sacerdote ha nuovamente giurato fedeltà e amore a Cristo. Per l’occasione il fratello Armando ha voluto dedicargli una lettera, perché ciò che può sembrare rinuncia, agli affetti, alla famiglia, alla vita stessa è, al contrario, un coraggioso atto a viverla tutta e fino in fondo. Armando, andando indietro nel tempo, traccia del fratello un profilo delicato ma risoluto. Un passato segnato da date e figure importanti che hanno accompagnato passo passo la sua scelta.
«Ricordo che Bruno era proprio piccolo quando parlava di voler diventare sacerdote. Mia madre Stella insieme a mia zia Mena, non lo hanno mai ostacolato. Anzi. Lo hanno ascoltato, compreso e soprattutto sostenuto. Ricordo anche la sua timidezza e umiltà. Atteggiamenti spontanei, naturali, che hanno caratterizzato totalmente la sua vita. Quando nel marzo del ‘69, ancora giovanissimo, fu ordinato sacerdote e partì come missionario in Africa, noi non ci stupimmo. Sapevamo bene quali fossero le sue “mete”. Portare l’ “Amore” a chi amore non aveva. Quando a volte sento parlare di integrazione, cultura, rispetto, penso a lui, a Bruno, che in quei luoghi ha portato questi ed altri valori. Ma, come dice lui, ha ricevuto anche tanto. Poi c’è l’amore per sorella povertà. Che lì, in Africa, non è un mero concetto, ma è proprio presenza costante, fisica. Bruno ha rischiato la vita tante volte e tante volte noi familiari abbiamo seriamente temuto per lui. Ma la missione innanzi tutto. Per noi rimane un modello, un esempio a cui guardare, non solo come sacerdote o cristiano esemplare, ma come uomo. Un uomo che ha deciso di essere nel mondo ma non del mondo. E di appartenere solo a Dio… Volevo dirti questo Bruno… fratello mio. Solo questo».