Si è appena concluso il carnevale così come lo conoscono tutti. Pochi sanno però che anche il popolo ebraico ha una specie di carnevale tutto suo, in cui è permesso mascherarsi. E’ la festa di Purim che viene osservata ogni anno nel 14° giorno del mese ebraico di Adar ( grossomodo corrispondente a febbraio o marzo) e quest’anno cade tra il 19 e il 20 Marzo . Esso ricorda la miracolosa salvezza del popolo ebraico durante il periodo della cattività babilonese, grazie al mascheramento di Estèr, che cela la sua identità. E’ una storia di potere, quello del re Assuero che governa su 127 paesi, dall’India all’Etiopia, ma anche di una identità celata, quella di Hadassa/Ester, costretta dalla sua nascita giudaica a nascondere la propria identità, per poter essere di aiuto al suo popolo. Una storia di odio feroce, vendette e persecuzioni, quelle che il perfido Haman, primo ministro del re , mette a in atto a danno di tutto un popolo, pur di eliminare un suo rappresentante, che a suo dire non gli tributa i giusti onori. E ancora una storia di fedeltà, quella di Mardocheo alla fede dei suoi padri che gli impedisce di inginocchiarsi al passaggio di Haman, pur se questo gli attira l’odio di un potente e un pericolo immane per il suo popolo. Ma soprattutto storia di pazienza quella di Estèr che sceglie di sacrificarsi per la sua gente, sposando Assuero e seguendo meticolosamente i consigli del saggio zio Mardocheo, anche quando rischia la sua vita nel disvelare la sua identità e la sua appartenenza a quel popolo tanto calunniato dal potente Haman. Il termine Purim, dal persiano pur, designa le sorti, i dadi che si gettano per fissare una data o per regolare il destino altrui secondo il decreto del solo caso. E’ infatti a dadi che Haman sceglie la data del 13 di Adar dell’anno successivo, per sterminare ogni ebreo dell’impero. L’esistenza degli ebrei sembra dunque legata a una partita a dadi e il popolo stesso appare impotente, abbandonato a un destino cieco. Ecco allora la forza del disvelamento di Estèr, che quelle sorti riesce a ribaltare, grazie alle sue preghiere, al suo digiuno e alla sua saggezza, trasformando il decreto di morte di Haman in una possibilità di riscatto e di difesa per il suo popolo. Così la sera della festa di Purim, identica da due millenni a questa parte, dopo il giorno di digiuno che ricorda quello della regina e di Mardocheo, durante un ricco banchetto si usa leggere la Meghillàh, il rotolo di Estèr, chiamato così non a caso. Durante il suo srotolamento, infatti, in cui viene gradatamente svelato ciò che è nascosto, si ricorda che l’abilità, la forza di Israele consiste proprio in quel saper dipanare la matassa, oltre l’ascondimento della superficie, rendendo manifesto ciò che è sotto la cortina dell’apparenza. Una festa che è un concentrato di metafore come è ricordato nell’uso di mascherarsi per questa giornata e in quello di mangiare i famosi biscotti oznei haman, le orecchie di haman, in cui penetrando oltre la semplicità della superficie del biscotto si arriva al suo cuore colmo di dolcezza. Il complesso significato, il palesarsi del miracolo, cioè, diventa ovvio solo alla fine della storia.