La scelta di realizzare un Parco in una città, di solito, ha obiettivi molto concreti. Pensiamo al verde urbano, per il benessere ambientale, all’aspetto socio-ricreativo, alla dimensione culturale, didattica, all’ambito igienico sanitario. Ma l’analisi non può non sottolineare che è sicuramente l’espressione più nobile e alta di pensare la vita in relazione a sé stessi e agli altri. In questo caso, se ne parlerà addirittura come di uno strumento utile per la realizzazione di un altro ambizioso progetto, quello di una integrazione tra i due paesi confinanti. L’idea appartiene ad un medico di Medicina Generale, il dott. Giuseppe Cinquepalmi, con esperienza presso il Policlinico di Bari nei reparti di oncologia e pneumologia, che presenzierà l’incontro di sabato 16 alle ore 16, presso il Castello Caracciolo di Cellamare.
Dopo i saluti del Sindaco di Cellamare, Michele De Santis, il dott. Cinquepalmi, aprirà i lavori parlando del “GRANDE PARCO”. Seguiranno poi gli interventi dei Sindaci Francesco Ferraro ( Acquarica del Capo – LE), Riccardo Monsellato (Presicce – LE), Francesco Crudele (Capurso – BA), del Rettore del Santuario di Capurso, Padre Filippo D’Alessandro, dello scrittore, Gino Pastore, del Ten. Colonnello Michele Miulli, del Dott. Filippo Anelli (Presidente OMCEO), del dott. Ettore Massari e dell’ing. Roberto Rotondo. L’incontro sarà moderato dall’avvocato Cosimo Martino, redattore della nostra testata. Interverranno esponenti politici del M5S, la Senatrice Patty L’Abbate, la Deputata Francesca Galizia e il Consigliere regionale Mario Conca.
«Pensare in grande è sempre stato un ideale vincente nella storia – dice Giuseppe Cinquepalmi. Le Regge e i Castelli hanno tutti un “Grande Parco”. Il progetto di integrazione tra i due paesi è il primo passo per la realizzazione dello sviluppo di figure lavorative, elementi ricreativi e percorsi salutistici, finalizzati al benessere psico-fisico e socio economico dei residenti, nel rispetto delle tradizioni e dell’ambiente. Un progetto – conclude Cinquepalmi – diretto alla creazione, ampliamento e fruibilità di servizi utili alla cittadinanza».
Il mio consiglio è quello di restare con i piedi per terra e, quindi, di pensare alle cose più semplici ed elementari che sono ancora tutte “da costruire”. Abbiamo situazioni terzomondiste con strade che fatichiamo a percorrere (proprio la via vecchia per Capurso ne è un fulgido esempio), gli escrementi dei cani ci costringono ad un continuo zigzagare su marciapiedi altrettanto sconnessi, mancano le attività commerciali più basilari (a Cellamare non c’è un edicola, caso unico tra le città italiane con oltre 5000 abitanti), rumorosissimi trattori in giro in tutta tranquillità già prima dell’alba, sacchetti di immondizia conferiti abusivamente in ogni spazio possibile, fuochi d’artificio (carcerati che escono di prigione?) ad ogni ora del giorno e della notte, cantieri edili che non rispettano gli orari di attività stabiliti dal regolamento comunale, antifurti privati in permanente allarme nel disinteresse generale, furti in abitazioni anche con persone all’interno delle stesse e potremmo continuare con queste “amenità” fino a domattina. Ci sarebbero quindi tante piccole cose da fare, prima di mettere in cantiere progetti faraonici per giustificare i quali ci si deve richiamare addirittura a regge o castelli. Ma si sa, i grandi appalti hanno creato sempre altrettanto grandi interessi. Chissà poi perchè-
Gentile signora, gli escrementi dei cani ovunque, le buste dell’immondizia gettate dapertutto, e il non rispetto di tante regole del buon vivere civile sono responsabilità soltanto della gente incivile, maleducata, strafottente e arrogante che da quasi 7 lustri si è trasferita in questo piccolo paesino rendendolo invivibile. Il parco non solo darebbe una boccata di ossigeno (nel vero senso del termine) ma abbellirebbe e restituirebbe a questa comunità quello che per anni le è stato negato, il giusto valore che merita. Prima di criticare gli altri guardiamoci allo specchio e iniziamo a fare noi stessi qualcosa di buono per la comunità. Felice giornata.
Il verde pubblico non è mai stato considerato un business, altrimenti le città sarebbero piene di parchi. I fondi per il suo finanziamento sono di altra origine rispetto a quelli di ordinaria amministrazione. Inutile poi ricordare che le cose non cambiano perché eleggiamo sempre le stesse persone. Sarebbe opportuno, invece, guardare all’ entusiasmo di quegli uomini e quelle donne che desiderano davvero mettere al centro di tutto
‘il bene comune’. Sono proprio le regioni con Grandi Parchi le più evolute e che offrono benessere e lavoro. Giuseppe Cinquepalmi