Da tempo si discute sulla disparità dei finanziamenti annuali, tra Nord e Sud, per welfare, asili nido e altro ancora. Una sorta di trattamento di serie A, per il Nord, e B , per il Sud. Si parte da un esempio concreto, frutto della ricerca del giornalista campano Marco Esposito, che a breve potremo leggere nel suo recente lavoro “Zero al Sud” (ed. Rubbettino). Nel libro il giornalista parla di ingiustificate e notevoli differenze a favore di un Nord, giudicato attento e virtuoso e di un Sud, privo di servizi e spesso in affanno, etichettato come vizioso. Ma Esposito non ci sta e, in una denuncia alla Camera dei Deputati e, poi, in un video, cita il caso simbolo di Altamura. Una vicenda reale in cui, tra confronti e conti alla mano, evidenzia importanti differenze a discapito della cittadina pugliese. «Imola e Altamura – dice lo scrittore – due comuni, uno al Nord e l’altro al Sud, contano entrambi 70 mila abitanti. Eppure, al primo arrivano 48 milioni di euro di riparto, al secondo, solo 34. Come mai? » – E continua – «Per l’istruzione ad Altamura sono arrivati 3.300.000 euro, ad Imola 5.400.000. Per il sociale, ad Altamura 5.800.000, ad Imola, invece, 7.800.000. Per gli asili nido ad Altamura, zero (perché non ci sono asili), mentre ad Imola 4.500.000. Perché ad Altamura nulla? Semplice – ribatte Esposito – per il fatto che ad Altamura non ci sono asili e quindi niente finanziamenti. Ma dimenticano che la legge parla chiaro quando dice che bisogna finanziare il 33% del fabbisogno dei bambini. Quindi, non vanno contati gli asili, ma i bambini». E aggiunge – «Perché il ragionamento utilizzato come criterio “non spendi, per questo non ti riconosco il fabbisogno”, non vale anche per il sociale? Perché se Altamura spende 10.800.000 le viene riconosciuto un fabbisogno pari alla metà, meno che a Imola? Altamura spende, ma le viene riconosciuto meno. Perché? Qual è la logica? Sembra assurdo – dice il giornalista – ma la risposta è che Altamura si trova in Puglia. Al sud». Secondo lo scrittore, tutto rientrerebbe nella trilogia “meno servizi, meno fabbisogni, meno finanziamenti” e questo per il cosiddetto “effetto regionale” o di territorialità. «In realtà – conclude Esposito – si tratta di un vero e proprio trucchetto per ridurre fabbisogni e finanziamenti. Il risultato è che ad Altamura sono riconosciuti 34 milioni di euro anche se ne spende 38, e viene etichettato pure come comune “vizioso” e sprecone. Mentre ad Imola, ne arrivano 48 milioni, ne spende 46, e viene premiato come virtuoso. Quindi se c’è da fare un taglio, a parità di abitanti, a chi si applica la cesura? Per effetto della territorialità – sostiene Marco Esposito – ai viziosi. In questo caso ai pugliesi. Al Sud. E si andrà avanti così, fino a quando i sindaci del Sud non decideranno di reagire per opporsi energicamente a tale discriminante (vergognoso) sistema».