“Teppistello” offende collaboratrice scolastica, la Cassazione condanna il genitore al risarcimento

Ingiuriare docenti e personale Ata è reato. Lo stabilisce la Cassazione con l’ordinanza,  n.4152/19, depositata in questi giorni dalla Terza sezione civile. Il fatto riguarda uno studente di un Liceo di Urbino che, nel 2016, ancora minorenne, apostrofò con parole ingiuriose una collaboratrice scolastica. Una goliardata per i genitori ma non per la Suprema Corte, poiché il ragazzo, all’epoca dei fatti, oltre alle ingiurie, si sarebbe introdotto furtivamente nella scuola con lo scopo di riportare sulle pareti di un locale in uso alla bidella, scrivendole in modo indelebile, le offese dette a voce. Oggi la Cassazione ha dunque messo fine alla vicenda, condannando i genitori a risarcire la lavoratrice perché, dice la sentenza  “Non vi è stata sufficiente educazione del figlio a concetti elementari quali quelli del rispetto del prossimo e dell’intima connessione tra i concetti di libertà e responsabilità”. Ogni possibile rivalsa dei genitori è stata dunque respinta dai Tribunali, a causa del marcato disvalore sociale del minore, risultato delle evidenti inadempienze educative, di cui solo i genitori sono, evidentemente, i diretti responsabili.

Condividi su:
Foto dell'autore

Elvira Zammarano

Lascia un commento